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L’alleanza strategica tra Hollywood e Marrakesh

15 Dicembre 2014

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Sempre più stretti i rapporti tra il Marocco e le major hollywoodiane che scelgono le diverse regioni del Paese per ambientare le loro produzioni. La prossima sarà «Spectre», nuova avventura dell’agente 007 diretta da Sam Mendes con Daniel Craig protagonista e Monica Bellucci Bond girl.

Fulvia Caprara

alleanzatraholliwoodemarrakeshIn controtendenza rispetto all’ondata fondamentalista, con una libertà che in altri Paesi arabi sarebbe impensabile, il Marocco promuove, da 14 anni, un Festival del cinema aperto a contributi di ogni nazionalità, con riflettori accesi su culture profondamente diverse, con particolare attenzione ai divi del cinema hollywoodiano che partecipano, in ogni edizione, come interpreti di film in programma, protagonisti di omaggi mirati, oppure in qualità di membri delle giurie.
Ma non è tutto, dopo la fine della rassegna, che si è chiusa nel week-end- con il verdetto della giuria capitanata da Isabelle Huppert (Etoile d’Or -Grand Prix du Festival a «Corrections class» di Ivan I. Tverdovsky, produzione russo tedesca, premio della Giuria allo svizzero «Chrieg» di Simon Jaquemet, premio della regia all’indiano «Labour of love» di Aditya Vikram Sengupta, migliore attrice Clotilde Hesme nel francese «Le dernier coup de marteau» di Alix Delaporte, miglior attore Benjamin Lutzke in «Chrieg»), la vita cinematografica del Marocco prosegue a gonfie vele. Da una parte la fiorente produzione nazionale, dall’altra i rapporti stretti con le major hollywoodiane che, sempre più spesso, scelgono le diverse regioni del Paese per ambientare le loro produzioni.
Il prossimo, attesissimo, titolo in arrivo è «Spectre», nuova avventura dell’agente 007 diretta da Sam Mendes con Daniel Craig protagonista e Monica Bellucci Bond girl. Regista e protagonista hanno fatto di recente sopralluoghi a Oujda, nella parte nord-orientale del Marocco, località dal fascino spettacolare, circondata dal deserto, dove l’intera troupe dovrebbe tornare in giugno per girare almeno una decina di giorni. L’ultimo blockbuster di pari livello, girato in Marocco, era stato «Mission Impossible 5», seguito da «Hologram for the King» di Tom Tykwer, adattamento di un racconto di Dave Eggers con Tom Hanks nei panni di un uomo d’affari americano in viaggio verso Dubai. Il film doveva essere girato in Arabia Saudita, ma i permessi non sono arrivati, e così il set è stato spostato in Marocco, per 40 giorni di riprese che hanno impegnato almeno 250 tecnici. Un cast all star, formato da Nicole Kidman, James Franco e Robert Pattinson, ha interpretato, sempre nel Paese, «The Queen of the desert», regia di Werner Herzog, che ha richiesto due mesi di ciak. Oltre ai magnifici paesaggi e alle troupe con alto grado di professionalità, il Marocco offre a registi e attori Usa un clima particolarmente ospitale, voluto da Re Mohammed VI, garantito dal Film Institute e dalla Film Commission di Ouarzazate, ma soprattutto dalla popolazione locale che accetta di buon grado i fastidi, grandi e piccoli, imposti dalle riprese dei film . Eppure non si vive di solo cinema americano. Nel 2013, ben 8 dei primi 10 titoli che compongono la classifica dei film più visti sono di produzione locale , e nel 2014 l’elenco, almeno per metà, sarà di nuovo occupato da pellicole marocchine. Oltre alle commedie destinate al pubblico più ampio, funzionano molto opere di impianto neo-realista che affrontano temi di rilevanza sociale. Ultimamente si parla molto di donne, il prossimo lavoro di Nabill Ayouch «Expired» si occuperà del fenomeno dilagante della prostituzione, mentre uno dei film più visti e amati dell’anno che sta per concludersi,«Behind closed doors» di Mohammed Ahed Bensouda ( ex-assistente di Martin Scorsese, Ridley Scott, Claude Lelouch e Giuseppe Tornatore), parla di una donna vittima di molestie sessuali nel luogo in cui lavora. Secondo il regista, il 75% dei 140mila spettatori che hanno pagato il biglietto per vedere il film, è composto da donne.

Fonte: LaStampa


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