Daniele segreTre donne sui 50 anni, ognuna ingabbiata nelle sue personalissime inquietudini, si incontrano in un cimitero e, dopo essersi ‘prese le misure’, durante una notte di veglia alla luce fioca dei lumini, si scambiano le proprie visioni della vita. Con finale a sorpresa. E’, in estrema sintesi, la storia raccontata nell’ultimo film di Daniele Segre, ‘Morituri’, un noir ironico le cui riprese si sono concluse a Torino, nell’ex-cimitero San Pietro in Vincoli sede dell’Associazione Acti Teatri Indipendenti, di Beppe Rosso, che ha collaborato alla pellicola. Un progetto cinematografico con un forte accento teatrale.
Non a caso ‘Morituri’ verrà presentato, in anteprima, in forma di studio teatrale, il 15 febbraio proprio nell’ex-cimitero. Il film, invece, verrà montato al più presto, in modo da individuare un festival nel quale presentarlo, e anche un produttore. Questo il desiderio del regista Segre e della Film Commission Torino Piemonte, che per le prove del film ha messo a disposizione della troupe e del regista, per un mese intero, i locali del Cineporto.
“Ho sempre girato in grande libertà e con l’ausilio della mia piccola società, I cammelli – racconta il regista – per cui per me è sempre stato difficile trovare un distributore. Forse questo film, per il tema che tratta, potrà avere qualche appeal in più; comunque sia, io ho sempre solo lavorato per istinto, rispondendo alle mie passioni e ai miei interessi”.
Autore indipendente per antonomasia, pluripremiato e presentato nei festival di tutto il mondo con film come ‘Morire di lavoro’, girato nel 2007 a Torino pochi mesi prima della strage della ThyssenKrupp a Torino, Segre esplora con ‘Morituri’ un mondo completamente nuovo, sia per la trama del film che per la tecnica di narrazione utilizzata. Si tratta infatti del terzo quadro di una trilogia di film girati con un’unica inquadratura frontale: il primo nel 2002, ‘Vecchie’, con Barbara Valmorin e Maria Grazia Grassini; nel 2004, invece ‘Mitraglia e il verme’, con Antonello Fassari e Stefano Corsi.
A interpretare il ‘terzo atto’ di questo originale lavoro sono Tiziana Catalano (Aurora), Donatella Bartoli (Nora) e Luigina Dagostino. “Devo a loro tutto – conclude Segre – sono state eccezionali, basti pensare che la prima parte è un unico piano sequenza di 30 minuti”.


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