L'opera francese, uscita nel 2009, è stata girata tra Campagnano e Monte Epomeo
di Cristian Messina

villa_amalia_05aI gloriosi anni 60, tra Cleopatra e Billy Wilder, e le tante “commediucce” che hanno segnato l'epoca moderna. Sono questi i nomi e le realtà che spiccano quando si parla del lungo e gratificante rapporto che lega l'isola verde e il cinema. Solo gli appassionati, invece, sapranno che Ischia è stata negli ultimi anni location anche di un film d'autore certamente lontano dalla solita commedia poco riuscita (vedi 'Un'estate al mare') e da serie tv come 'I delitti del cuoco'. Nel 2009 la nostra isola è stata, infatti, tra i protagonisti di 'Villa Amalia', opera tratta dall'omonimo lavoro dello scrittore transalpino Pascal Quingnard, grandissimo ammiratore del territorio ischitano come lo furono Auden e Pasolini. Il romanzo racconta la storia di una donna che, dopo aver scoperto il tradimento del suo compagno, chiude con il passato e dalla Francia decide di trasferirsi per l'appunto ad Ischia, in una casa immersa nella natura. Proprio per tenere fede all'opera letteraria, il film ha utilizzato alcuni dei tanti angoli suggestivi che caratterizzano l'isola verde: da un lato le atmosfere da montagna che contraddistinguono le vette del Monte Epomeo, dall'altro il mare del porto d'Ischia e i sapori dei suoi locali. A spiccare, però, sono soprattutto gli scorci di Campagnano, frazione in cui la Villa Amalia pensata da Quingnard è stata ricreata utilizzando una vecchia abitazione nei pressi del “Pignatiello”, una zona raggiungibile solo a piedi e che per questo ha creato non poche difficoltà alla troupe al seguito del regista Benoit Jacquot (noto per 'A Single Girl').

Il film – che ha visto la partecipazione di Isabelle Huppert e degli italiani Maya Sansa ('La Meglio Gioventù) e Ignazio Oliva - conferma per l'ennesima volta le grandi potenzialità del rapporto tra Ischia e il cinema, connubio che dura da quasi un secolo e che ha dato vita a circa quaranta opere filmiche . Forte dei suoi angoli e di capolavori come il Castello Aragonese, Sant'Angelo e il Monte Epomeo, l'isola che fu di Luchino Visconti e Vittorio De Sica potrebbe utilizzare la settima arte alla stregua di un biglietto da visita da rivolgere ai tanti turisti che negli ultimi hanno preferito mete come Croazia e Spagna. Lavoro, questo, che grazie ad opere dignitose come 'Villa Amalia' (certamente non una pietra miliare) potrebbe consentire all'isola verde di aprirsi ad un'eterogeneità di mercati e di combattere la crisi con un'arma in più.

(pubblicato sul ‘Corriere dell’isola’ del 24 marzo 2011)


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