Tanta Napoli e un pizzico di Roma sullo sfondo, impreziosiscono l'ultimo film di Guy Richie

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A volte non ci si rende conto delle meraviglie che abbiamo sotto gli occhi. E forse ultimamente non siamo abituati ad avere una grande opinione del nostro Paese, che per fortuna rimane un riferimento importante per molti, anche all'estero. Di certo per il regista e gli attori di Operazione U.N.C.L.E. - adattamento cinematografico della serie televisiva omonima, andata in onda dal 1964 al 1968 - Guy Ritchie, Henry Cavill e Armie Hammer.

Per avvicinarsi alla potente famiglia Vinciguerra, in possesso di una delle migliori collezioni di arte al mondo, e dovendo sostenere una identità fittizia di mercante di antichità specializzato in antichità greche e romane, dove altro avrebbero potuto esser ambientate le avventure del Napoleon Solo di Henry Cavill? Vederlo vestito dal sarto londinese Timothy Everest (in un film che 'sprizza' Jaeger-LeCoultre, Pierre Cardin, Valentino, Prada, Versace e Balenciaga da tutti i pori) e sentirlo discutere di 'Pendant' con l'Illya Kuryakin di Armie Hammer basterebbe a conquistarci se la prima immagine dell'operazione non fosse quella dell'Altare della Patria di Piazza Venezia a Roma…
"Abbiamo cominciato da Roma, con la sua fantastica architettura anni '30 dell'era mussoliniana, davvero splendida per il film", spiega Sue Quinn, location manager della produzione, ripercorrendo le tappe del set. Che in realtà sembrano più quelle Barocche del centro della Capitale. Dalla Barcaccia di Piazza di Spagna, dove Alicia Vikander beve mentre il suo partner le parla dei gradini di Trinità dei Monti, o del Grand Hotel Plaza di Via del Corso, dove la coppia si rinfranca dopo le disavventure del Teatro di Marcello (che non rischierete, visto che al pubblico l'ingresso serale è interdetto).
Ma nonostante la vista splendida delle cupole delle chiese di Santa Maria di Loreto e del Santissimo Nome di Maria al Foro Traiano, o di San Carlo al Corso, La ricerca di richiami evidenti alle Vacanze Romane di Gregory Peck e alla Dolce Vita non è sempre facile in una città come Roma. Che "esplodeva di turisti", come ha ricordato la stessa Quinn. "Logisticamente era una sfida, così siamo andati a Napoli e dintorni per espandere la nostra tavolozza". Non prima di aver approfittato delle ambientazioni del Convento di Santa Teresa di Caprarola, a Nord di Roma, scelto per rappresentare la tenuta Vinciguerra, e della vicina splendida Villa Farnese.
Certo, davanti alla magia del golfo di Napoli sarà stata dura semmai riportare all'ordine attori e tecnici, distratti dalla vista del Mediterraneo e del Vesuvio sullo sfondo. Ma da Pozzuoli a Procida (per il porticciolo di Corricella) la produzione si è fermata abbastanza in Campania. Il tempo necessario perché Il Castello Aragonese di Baia, frazione di Bacoli, e Castel dell'Ovo sull'Isolotto di Megaride, si fondessero per dar vita all'Isola Vinciguerra.
I più attenti potrebbero persino riuscire a riconoscere la rossa Villa Ferretti sullo sfondo (bene confiscato alla Mafia tempo fa) o il Capo Miseno all'estremità della penisola flegrea. E i più 'fortunati' a sapere che per i sotterranei della famiglia italiana si sono in realtà utilizzati i tunnel sotto la locale fonderia. Ma non illudetevi di riuscir a ripetere una delle scene più dinamiche girate sull'isola, visto che l'inseguimento partito nelle location italiane si svolge brevemente anche in Galles e nel Surrey!

Fonte: Turismo.it

 


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