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Il direttore della Film Commission Regione Campania: "In questi anni, malgrado la grande crisi internazionale, abbiamo continuato a essere presenti e dare concretezza ai nostri progetti con cinema, serie tv e documentari"

130346408-49806198-79b2-4d23-8c72-7f117cd7d8bfCINEMA napoletano superstar. Valeria Golino vince la Coppa Volpi a Venezia con "Per amor vostro", Vincenzo Salemme batte il primo ciak del suo "Istruzioni per vendicarsi della propria ex", Edoardo De Angelis e Gianluca Ansanelli mettono in cantiere i nuovi lavori, rispettivamente intitolati "Indivisibili" e "Troppo napoletano". Ma ci sono anche le serie televisive: vanno citate almeno la nuova "Gomorra" e "I bastardi Pizzofalcone", con Alessandro Gassmann, dal romanzo di Maurizio de Giovanni.

Ottimista sulle prospettive future, ma con qualche perplessità, è Maurizio Gemma, direttore della Film Commission Regione Campania, presieduta da Valerio Caprara.

Il cinema made in Naples sembra godere buona salute, Gemma. Oppure no?
"In questi anni, malgrado la grande crisi internazionale e la scarsa attenzione che nel nostro territorio si è data a questo genere di attività, abbiamo continuato a essere presenti e dare concretezza ai nostri progetti: cinema, serie tv, documentari, eccetera".

Scarsa attenzione? Da parte di chi?
"Ma da parte delle istituzioni. Una vera politica a favore della produzione cinematografica non può essere espressa solo dalla Film Commission: quella è solo una parte. E noi la nostra parte l'abbiamo fatta, costruendo in dieci anni una rete di professionalità affidabili che è diventata un punto di riferimento per molti professionisti, italiani e no. Ma se vogliamo essere competitivi si deve pensare a strutturare un sistema".

E chi deve pensarci?
"La politica. Nella fattispecie, la Regione Campania. Anche se in prospettiva altri soggetti dovranno entrare nella Fondazione Film Commission: per esempio, tutti i comuni capoluogo di provincia, a partire ovviamente da Napoli".

Occorre una legge regionale?
"Certo. Una legge che metta a sistema le realtà già esistenti. Che possa incentivare la crescita dei piccoli produttori locali. Che sostenga la produzione in maniera ampia, solleciti le coproduzioni anche con l'estero, realizzi una rete civica di sale, recuperando quelle antiche dismesse e cercando nuovi spazi. Una legge che punti anche alla creazione di un cineporto: cioè un insieme di strutture che possano ospitare servizi, salette di proiezione, teatri di posa, depositi di materiale. E poi pensare alla formazione, stabilire un rapporto con le scuole di cinema esistenti sul territorio".

Vasto programma...
"Bisogna sempre tenere conto che, secondo studi accreditati, per ogni euro investito nel settore, sul territorio ne ricadono almeno otto".

E finora le istituzioni non se ne sono accorte?
"Il nostro è un lavoro un po' sotterraneo, di rete, di servizi: forse difficile da spiegare, da raccontare. Sarà per questo. O forse finora il cinema non è stata una priorità ".

E i fondi per finanziare questa legge?
"Le risorse ci sono. In Puglia è stato fatto, hanno utilizzato fondi europei. Investendo tra l'altro proprio sulla Film Commission, che in quella regione ha 18 dipendenti mentre qui siamo solo in due. Lo sforzo economico sarebbe sostenibile".

Intanto la Film Commission si sta muovendo...
"Abbiamo avviato un progetto di coproduzioni con l'estero: fiction, animazione, documentari. Autori come Mariano Baino, Nicola Barile, Raffaele Brunetti, Samanta Cito, Alessandro Rak hanno attirato molta attenzione. Sì, ci stiamo muovendo.... "

 

Fonte: napoli.repubblica.it

 

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