Figuraccia della Regione al convegno “Cinema e impresa in Sicilia”

Successo di pubblico, idee e dibattiti al convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Esercenti Cinema (ASEC) e andato in scena ieri, presso il Centro Sperimentale Cinema Sicilia (CSC) ai Cantieri Culturali di Palermo, dal titolo “Cinema e Impresa in Sicilia”.
Peccato che l’assessore regionale al ramo (Turismo), Daniele Tranchida ovviamente invitato ad intervenire, non c’era. Quasi a simboleggiare, anche in questo caso, l’indisponibilità dell’attuale governo regionale a discutere con gli operatori e le imprese sul come rivitalizzare un settore che risente in maniera particolare della crisi.

Nella “Sala Bianca” del CSC, che ha una capienza di circa 100 persone, c’è il pienone. Anche perché sono presenti tutti gli attori-chiave delle politiche di sviluppo nazionali e locali per il cinema, tranne, appunto, la Regione Siciliana. Che si limita ad aprire i lavori con un saluto di Pietro Di Miceli direttore di Cine Sicilia Film Commission, che però va via dopo dieci minuti in perfetto stile “burocrate” e confermando l’assoluto disinteresse. Restano ed intervengono pienamente invece i rappresentanti del Ministero delle Sviluppo Economico, Alberto Versace, coordinatore dell’APQ “Sensi Contemporanei” che finanzia il settore del cinema in Italia e soprattutto in Sicilia quale regione prioritaria; e  il rappresentante del Ministero della Cultura, Nicola Borrelli, direttore generale della Direzione Cinema.

egidio bernavaA coordinare la sezione mattutina Egidio Bernava (nella foto a destra), presidente dell’AGIS Sicilia. Sono intervenuti, tra gli altri,Paolo Protti, presidente dell’AGIS Nazionale, Maurizio Sciarra e Chiara Agnello dell’associazione Cento Autori, e soprattutto un grande numero di imprenditori, produttori, autori e registi siciliani, nonché i gestori dei vari Festival siciliani, e con grande presenza di esercenti, ossia di proprietari delle sale cinematografiche accorsi da tutta la Sicilia. Presente anche il direttore del CSC-Sicilia, Ivan Scinardo, quale “padrone di casa” che ha messo a disposizione la bella sala del CSC ai Cantieri Culturali e la diretta su Justin TV.

I temi discussi nel convegno sono scottanti: dove sono finiti i milioni dei bandi per la digitalizzazione delle sale cinematografiche siciliane? Dove sono finiti i milioni dei bandi per il sostegno alle produzioni cinematografiche siciliane dei bandi del 2009 e addirittura del 2008 a tre-quattro anni dall’anno di distanza? Si è presa una decisione, ormai molto in ritardo, su quali festival del cinema siciliano (e quanto) saranno finanziati per l’anno in corso? Tutto questo a fronte di una situazione, ben descritta da Bernava, che vede ben 70 sale chiuse negli ultimi 12 mesi e una generale difficoltà del settore a superare la crisi. Il dibattito continua e molti esercenti intervengono sottolineando i grandi problemi che esistono per rimanere sul mercato: la situazione del settore, come tanti altri in Sicilia, è drammatica. Interviene anche Chiara Agnello che sottolinea come in Francia ci sia una situazione ben diversa con una grande presenza delle risorse pubbliche anche in termini di idee, ad esempio, con la cessione di un euro per ogni biglietto venduto alle nuove produzioni nazionali: si potrebbe fare anche in Sicilia sostenendo i film siciliani? Quali altre possibilità ci sono per recuperare fondi a sostegno del cinema in Sicilia, magari utilizzando le stesse regole e le stesse iniziative che ci sono in un modello come è la Francia in questo settore?

Un prima risposta arriva da Alberto Versace che ribadisce la posizione del Ministero della Cultura riguardo ai fondi stanziati per l’APQ “Sensi Contemporanei”: i fondi sono stati “ri-modulati” e non “ri-programmati” proprio per evitare un ulteriore allungamento dei tempi. Ma la Regione Siciliana deve fare presto a prendere le decisioni se non vuole che il finanziamento non vada perduto definitivamente: si tratta infatti di decisioni per le cifre assegnate nel 2009 e quindi molto in ritardo.

Interviene anche  Borrelli (nella foto accanto) che ribadisce come si sia riusciti a far partecipare i privati alle produzioni con investimenti che hanno ormai raggiunto il livello dell’intervento diretto da parte dello Stato.  A quel punto interveniamo noi di Link Sicilia perché la nostra domanda, anzi, le nostre tre domande vengono spontanee. Chiediamo a Borrelli: l’intervento dei privati ha superato quello pubblico perché è aumentato, o solo perché quello pubblico si è ridotto a quasi zero? Le politiche messe in atto in Francia sono anche sostenibili dagli esercenti perché in cambio c’è una forte presenza dell’intervento pubblico diretto, quanto è in Italia e quanto è in Francia? Ovviamente noi di Link Sicilia abbiamo questi dati, ma vorremmo che il rappresentante del Ministero renda pubblica l’enorme differenza che c’è tra i volumi d’intervento pubblico in Francia e quelli in Italia.

A questo punto Borrelli ammette che “la Francia spende nel settore dello spettacolo  una cifra di fondi pubblici dieci volte più elevata che l’Italia. L’Italia, dopo i tagli del governo Berlusconi-Bossi,  spende in effetti quanto spende una piccola nazione come l’Austria!”
In realtà, replichiamo, che  se si considerano anche i fondi privati, si tratta di una cifra di dieci volte inferiore in Italia rispetto alla Francia, ma se compariamo solo i fondi pubblici, la Francia spende ben venti volte di più! Il quadro, comunque, lo abbiamo reso finalmente chiaro.

La nostra terza domanda è la seguente: cosa sta facendo dunque il governo Monti per incrementare questa spesa nel settore dello spettacolo giunta ormai a livelli vergognosi? E cosa sta facendo in particolare per la Sicilia? A questo punto la risposta è molto più vaga. Si evince che Monti non sta facendo proprio nulla e ci si affida appunto alle briciole dei fondi dell’APQ. Esse sono, secondo i nostri calcoli il 2,5% del già miserrimo budget italiano e quindi lo 0,125% di quello francese. Cifre ridicole. Da abbandono a se stesso di un settore così importante per l’economia italiana che necessita di grossi interventi pubblici per via delle fortissime esternalità positive della cultura nella formazione del PIL ufficiale e di quello culturale. 

Nel pomeriggio, interviene il presidente del Coordinamento dei festival della Sicilia, Nino Correale, che tira fuori dal cappello un’ottima idea che si potrebbe mettere in pratica facilmente in Sicilia, perché già realizzata in Piemonte: la creazione della “Carta di credito culturale”, e cioè una carta di credito che, ovviamente su base volontaria da parte dei consumatori che la richiedono e con accordo con le banche, assegnerebbe lo 0.3% di ogni transazione ad un fondo per lo spettacolo a scala regionale. In pratica una tassa culturale volontaria, sia pure piccola, e che rimarrebbe nel territorio siciliano. Almeno quello!

Seguono ulteriori interventi tra i quali Alessandro Rais, oggi vicepresidente del Coordinamento Festival Sicilia. Il dibattito fa emergere un problema pesantissimo per la situazione dei festival in Sicilia: a causa dell’incertezza sull’assegnazione dei fondi già stanziati, ma non ancora deliberati dalle commissioni esaminatrici, non si possono programma re i festival nemmeno per l’anno in corso, con evidente danno alla capacità d’attrazione di idee, persone, prodotti e soprattutto turisti. I festival, infatti, in tutto il mondo, sono programmati con due anni d’anticipo, come nel settore della moda, e come la logica suggerisce. In Sicilia, questo è impossibile, perché la Regione, come al solito, è una pastoia di lungaggini inaudite.

In pratica sono tutti temi che possono essere risolti solo dalla Regione alle quali sono rivolte le questioni. Ma la Regione è assente: non c’è nessun rappresentante, nonostante i due Ministeri competenti abbiano mandato propri rappresentanti a partecipare attivamente. Interviene comunque una funzionaria dell’Assessorato al Turismo che ci da un poco di cifre: dei circa 90 milioni già stanziati a suo tempo, la Sicilia li ha spesi quasi tutti, tranne 16, che però sono virtuali perché vanno reperiti attraverso gli ormai famosissimi “Fondi Fas”. Rimangono in piedi le altre tre questioni:  dove sono finiti i soldi per la digitalizzazione delle sale siciliane, senza i quali entro due anni chiuderebbero praticamente tutte? Dove sono finiti i fondi per lo sviluppo del cinema siciliano banditi nel 2009 e nel 2009 ed ancora non assegnati? Quando si prenderà finalmente una decisione sui fondi per i festival del 2012? E siamo già a Marzo!

Solo alle ore 18.00 e dopo ulteriori interventi, “appaiono” finalmente i rappresentanti della Regione. Ma non c’è tra loro l’assessore Tranchida (nella foto a sinistra). Si tratta invece del direttore dell’Assessorato al Turismo, Marco Salerno e di nuovo di Pietro Di Miceli. Alle  18.20 della sera, finalmente Salerno prende la parola mostrando un evidente imbarazzo: non riesce infatti a mettere in fila una frase completa con soggetto, predicato e complemento e dà informazioni in uno stile colorito ed in apparenza precise, ma in realtà vaghe, soprattutto per quanto riguarda i tempi. In perfetto stile “regionale”.

Dopo essersi scusato per il “ritardo” dovuto “alla presenza dei rappresentanti della Commissione Europea alla Presidenza della Regione” (e che vogliono anche loro vederci chiaro in questa faccenda), aggiunge che “i 5 milioni 650 mila euro circa per la digitalizzazione, per la verità anche per studi di settore” sono vicini ad essere sbloccati. “Tutto il budget lo mettiamo a disposizione. Faccio lo speaker, su quanto avvenuto oggi. Il bando, elaborato in estate, sarà pronto ‘a breve’”.

Proprio così “a breve”. Breve cosa vuol dire? Una settimana? Un mese? Un anno? Dieci anni? Tutti sappiamo che “a breve” detto da un funzionario della regione può voler dire tutto e il contrario di tutto: da alcuni mesi ad ere geologiche.
“La seconda novità, prosegue Salerno, è che questo balletto che spesso è incomprensibile ai più, soprattutto quando ci sono fondi che si condividono con altri dipartimenti dello Stato…, anche il bando dei documentari è pronto e andrà in pubblicazione forse anche la settimana prossima, è un risultato assodato.”

Poi prosegue candidamente affermando: “Terza cosa, domani si riunisce la commissione ministeriale, di cui faccio parte, visto che i fondi voglio rimarcare sono ministeriali, domani si completa l’esame dei Festival 2012. I ritardi sono da addebitarsi al fatto che la commissione aveva iniziato a lavorare, domani sono convinto che, che rimaneva poco, rispetto a… insomma che il lavoro è quasi completato…. E’ giusto anche dire che tutta la parte del Cinema 2008 è completata. Per il 2009 per problemi legati ad un componente della commissione, era malato… ma sono ricominciati.”

Ci si guarda interdetti l’un l’altro: quasi tre anni di ritardo perché uno dei componenti della commissione “era malato”? E’ una fiction, una commedia alla Ficarra e Picone? O la realtà?
Continua, comunque, Salerno: “Stamattina sarebbe stato interessante partecipare alla prima parte della mattinata…. Questo rapporto di collaborazione con le associazioni deve essere sempre ristretto (lapsus freudiano, forse voleva dire “stretto”), nel rispetto delle competenze, e che riusciremo a risolvere il problema del gap della tecnologia, soltanto nella rinnovata, collaborazione….. Grazie”

Citando una battuta di noto film di Verdone, il moderatore del convegno dichiara di essere “basito”. La, platea, anch’essa basita , vuole chiarimenti. “Vorremmo capire in che modalità: un bando, due bandi, quando, etc.?” rilancia una voce.

Risponde confusamente  Salerno: “Era una linea d’intervento che doveva partire nel 2008, quindi ha rischiato e continua a rischiare d’essere perduti i fondi. Non è più attuale la costituzione di un centro per la post-produzione. Questo è un problema del governo della Regione. Abbiamo lavorato su questo bando nel mese di Agosto. Poi si è aperta una discussione sull’attuale linea d’intervento rispetto a quanto previsto. Poi, chi ha responsabilità politiche e di governo ne darà conto. Io vi  invito la settimana prossima a fare un approfondimento ed una attualizzazione su quanto abbiamo fatto, soprattutto su queste fonti che avete portato, e ciascuno si prende le sue responsabilità…Se avremo la possibilità, altre linee di intervento, le renderemo disponibile.”

Le domande incalzano dalla platea: “Che tempi ‘certi’ ci sono?”
“Se domani, come io auspico, terminano i lavori, io sono un componente, tra l’altro in minoranza, domani (oggi n.d.r.) si pubblica la graduatoria provvisoria. Poi ci sarà un tempo per ricevere eventuali osservazioni dai soggetti non ammessi. Poi passeranno 20 giorni: quelli sono i tempi. Dopo i 20 giorni dalla pubblicazione della graduatoria provvisoria.  Ho avuto mandato dall’assessore di definire il bando e mandarlo in pubblicazione, soprattutto della digitalizzazione. Ho difficoltà ad interloquire…”

Altra domanda, a Salerno dalla platea: “Cosa ne pensa del Tax Credit e della Carta di Credito Culturale? Quale è la posizione della Regione e se  condividete queste iniziative?”

“Faccio una precisazione,… ma siamo qui, ma questo incontro è stato da tempo realizzato da voi, e quindi sulla spinta di questo convegno, e con l’approfondimento di un tavolo tecnico, avendo uno Statuto Siciliano, determinati passaggi devono essere fatti. Sicuramente si. “

Il rappresentante del Festival di Lampedusa chiede: “E’ possibile una soluzione alternativa per coloro che non soddisfano un minimo di 5 anni di attività per accedere ai fondi?”

“Devo essere sincero, idea risolutiva no. Pensiero sì. Ne abbiamo parlato a Sciacca qualche mesetto fa. Va fatta una distinzione: i soldi per i festival per più di cinque anni, APQ, linea d’intervento C8. Per il resto si deve aspettare il bilancio regionale. Io non posso impegnare l’amministrazione perché ci sono scelte che stanno ‘a monte’”.

Altra domanda dalla platea sempre più “basita”: “Cosa è successo al ‘fondo di start-up’?
“Insisto, lo so, ma prima che io parli ci deve essere una certezza giuridica e finanziaria, i fondi sarebbero solo di provenienza regionale,
quindi non credo se si possa affrontare il problema. Chiedete all’assessore…”

Ma l’assessore non si è nemmeno presentato! E pare, dicono voci di corridoio, che non abbia nemmeno “potuto” ricevere i rappresentanti dei Ministeri nazionali. Incalzano sempre più le domande: “Quando sarà definito il bilancio della Regione?”

“Per lo statuto deve essere approvato entro il 30 aprile, altrimenti l’Assemblea Regionale va a casa.” Risponde Salerno.
Forse sarebbe proprio il caso, aggiungiamo noi. E non solo per questo. Ma auspichiamo lo stesso che almeno il bilancio regionale sia approvato entro il 30 Aprile del 2012 perché altrimenti significherebbe la rovina completa per centinaia di migliaia di famiglie siciliane. Poi il governo Lombardo sarebbe meglio che si dimetta e che si chiamino, appunto, elezioni anticipate.

di Gabriele Bonafede

Fonte: LinkSicilia

Scarica il pgrogramma originale del convegno

 


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