Ivano-Nassodi Grazia Candido – La Giunta regionale della Calabria ha nominato Ivano Nasso nuovo presidente della ”Calabria Film Commission”, incarico che sino all’anno scorso, era stato affidato al produttore cinematografico Gianluca Curti (autore e direttore dal 2005 al 2013 del “Reggio Calabria Film Fest”, rassegna del cinema italiano). Nasso quindi, subentra al figlio d’arte Curti il cui mandato è scaduto lo scorso marzo, e subito ci tiene a precisare un concetto fondamentale che ha contraddistinto la sua carriera professionale: “Non sono attaccato alle poltrone, se non riuscirò a lavorare bene e a raggiungere risultati non ci penserò due volte: lascerò l’incarico”. Si è fatto un’idea sulla Fondazione e su quello che serve alla Calabria, alla produzione cinematografica del Sud? “Ancora non c’è alcuna ufficialità sul mio incarico, di certo posso dire di essere onorato e contento. Non mi sono insediato e non conosco la struttura, l’ambiente in cui andrò a lavorare. Per me è una realtà nuova, devo prendere visione della Fondazione, in che stato è stata lasciata e mi riferisco alle casse e poi, è importante creare una squadra che remi verso un obiettivo comune: produrre e far uscire fuori le potenzialità di questa terra. Al Sud servono menti brillanti delle quali disponiamo e produzioni filmiche che facciano uscire chi lavora nelle retrovie e non ha avuto alcuna possibilità di mostrare il proprio talento”. Sino ad oggi Lei ha fatto tutt’altro, ricordiamo il suo attuale incarico come amministratore unico di Sati (società attrazioni investimenti) quindi quale sarà il suo approccio verso un campo decisamente nuovo, impervio quale la cultura, il cinema? “Mi avvicinerò a questo mondo con il massimo impegno così come ho sempre fatto in ogni incarico rivestito. Ci metterò anima e corpo per raggiungere obiettivi che servono ad ottenere risultati per la mia città e per tutte quelle professionalità che, quotidianamente, lavorano per tirare fuori le vere ricchezze di Reggio e non solo”. Il suo predecessore, Curti, intervistato dalla nostra testata lo scorso Dicembre (clicca qui per leggere), non ha nascosto l’amarezza per l’incarico non riconfermato. Gli addetti ai lavori potrebbero vedere la sua nomina come un’investitura politica? Lei che dice? “Non è assolutamente così. A dirlo è la mia storia, i risultati raggiunti nel tempo, la mia integrità morale. Certi tipi di ragionamenti o voci velenose di corridoio non mi interessano. In ogni posto dove sono andato, ho messo a disposizione la mia professionalità ottenendo sempre buoni risultati. Quindi, anche per la Fondazione Film Commission farò la stessa cosa altrimenti rimetto il mandato”. Comunque lo accetterà l’incarico? “E’ un incarico gratuito e lo accetterò solo se ci saranno le giuste condizioni e i mezzi perché non sono disposto a perdere tempo. Non è la poltrona che mi interessa: se la struttura è in grado di lavorare sono orgoglioso di dare il mio contributo, diversamente, non sono interessato. Non è nel mio Dna sedermi in un posto senza far nulla”. Ci dica la verità, si è sentito con qualcuno della Fondazione? “Non mi sono sentito con nessuno e non sapevo nulla. Ripeto, è stata una nomina inaspettata in tutti i sensi. Ho presentato le candidature nei vari Enti regionali dove ho passato la selezione: avevo tutti requisiti per far parte delle strutture che hanno messo a bando. E infatti, nell’elenco ero tra gli ammessi. Mi lasci dire una cosa però: hanno scritto delle falsità sul mio conto come quella che questa nomina è stata “caldeggiata dall’ex Presidente” ma io non so nemmeno dove si trovi in questo momento l’ex Governatore. Il mio Curriculum Vitae è pubblico, quindi, se qualcuno ha qualche minima remora sul mio nuovo incarico può tranquillamente visionare i miei titoli. Tenete conto che un presidente di una Fondazione, società o struttura deve essere comunque indipendentemente una persona con capacità imprenditoriali – amministrative sia che la società svolga turismo, cultura o altra attività. Chi fa parte del management deve avere per forza questo tipo di attitudini e il fatto che qualcuno sostenga che il Presidente della Film Commission debba essere una persona di cultura, io dico che non solo ho cultura ma ho anche buone capacità manageriali”.


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