Città e paesei sono diventanti un set privilegiato di produzioni non solo nazionali con un impatto economico imprevedibile è la scommessa dell'Apulia Film Commission che dal 2007 ha trasformato il sistema

Apulia FC logo 2Essere oggetto di parodia è sinonimo di successo. Lo sa bene Apulia film commission, bersaglio della comica Rita Pelusio in “Stai Serena”, il programma di Serena Dandini sulle frequenze di Radio 2 Rai: Frisa Kahlo è un’improbabile presidente che invita tutti a “girare in Puglia”, proponendo premi strampalati come il “Trullo di Donatello” e ribadendo insieme alla conduttrice che “se non fai un film in Puglia non sei nessuno”. È il certificato di un lavoro che procede dal 2007, un impegno finora di più di 10 milioni di euro che ha portato la regione a diventare set privilegiato di produzioni non solo nazionali e ha assicurato un impatto economico diretto di 40 milioni di euro. Apulia film commission è una boccata d’ossigeno per quanti lavorano nel cinema. Perché sembra aver trovato la chiave giusta: con quattro fondi per sostenere le produzioni e l’offerta di servizi, la professionalità delle maestranze, l’abbattimento dei costi di trasferta, cast, troupe e location scouting.

Fare del cinema un’industria è sempre stato il motto della fondazione, detenuta all’80 per cento dalla Regione, per il resto da 25 soci tra comuni e Province. I due terzi del denaro a disposizione proviene da fondi europei, la restante parte dai soci. E per attrarre l’audiovisivo, negli anni gli strumenti sono stati portati alla perfezione. A cominciare dai fondi a sportello National/International, Regional, Hospitality e Development, che per il 2014 hanno garantito circa 4, 4 milioni di euro. Il primo ha una dotazione complessiva di 2 milioni e 400mila, il Regional una copertura di 160mila euro, il Development ha da poco esaurito la disponibilità di 80mila euro, mentre quello Hospitality (dotazione complessiva di un milione 800mila euro) garantisce a chi ne ha avuto accesso il 60 per cento delle spese di ospitalità sostenute sul territorio, fino a un massimo di 200mila euro. È così che la Puglia è diventata una sorta di Hollywood italiana, fabbrica di 240 film in sette anni, finora 45 nel 2014, 53 nel 2013. “Gli ultimi due anni ci dicono che il bando con rebate automatico è la strada vincente – sostiene il direttore Daniele Basilio – Dopo i numeri spaventosi del 2013, abbiamo puntato su progetti ancora più grossi, cercando di salire in qualità. Per il futuro ci stiamo orientando a creare sistemi alternativi, come fondi public – private e fondi di garanzia. Il nostro desiderio sarebbe affiancare ai fondi pubblici strumenti di incentivazione per i privati, più moderni”. La Puglia l’abbiamo vista all’ultima Berlinale con il caso di “In grazia di Dio” di Edoardo Winspeare, pellicola girata in Salento con buona parte di attori non professionisti e che è stata unanimemente applaudita dalla critica. La vedremo presto in “Third person” di Paul Haggis, mentre Matteo Garrone ha voluto Castel del Monte per il suo prossimo “Lo cunto de li cunti”. I telespettatori hanno fatto di “Braccialetti rossi” di Giacomo Campiotti un fenomeno culturale, tanto che dopo il successo della prima serie il Ciasu di Fasano – un edificio destinato all’alta formazione, mai utilizzato – è tornato a ospitare le riprese dei nuovi episodi. “Anche quest’anno non sono mancati gli autori, hanno girato in Puglia Garrone, Placido, Comencini, Marra, tra gli altri, ma la fiction è stata una caratteristica fortissima nell’ultima stagione di Afc – spiega la presidente Antonella Gaeta – Siamo diventati un punto di riferimento per le serie televisive, abbiamo avuto anche Baciato dal sole di Antonello Grimaldi e il film tv Un mondo nuovo di Alberto Negrin, dopo quella su Pietro Mennea e Francesco di Liliana Cavani.

Ora è molto più facile per noi far capire dove è la Puglia, quando andiamo a proporla anche ai produttori internazionali”. Gli esempi sono tanti, di recente la Puglia ha invaso Leicester square di Londra per la premiere di “Walking on sunshine”, musica anni ‘80 e amore sulle spiagge salentine. “Beautiful” ha sottolineato la vocazione turistica del territorio, l’horror “Spring” di Justin Benson e Aaron Moorehead ne ha svelato un lato inedito, il remake di “Point break” l’ha resa californiana. Oltre alla ricaduta economica, Apulia film commission ha contribuito alla crescita culturale della regione. Creando in primo luogo il Circuito d’autore, 21 sale di qualità, affiancandogli poi a Bari la Mediateca regionale, uno spazio a disposizione di tutti, con la prima emeroteca musicale d’Italia, libri, riviste e dvd, rassegne organizzate dal basso, concerti e incontri con i protagonisti del cinema internazionale. Ci sono manifestazioni come il Bif&st a Bari, la Festa di Cinema del reale a Specchia, il Festival del cinema europeo di Lecce, il workshop internazionale di sceneggiatura Pugliaexperience per coltivare nuovi talenti e il Media desk (il terzo in Italia) per facilitare il disbrigo di pratiche per partecipare ai progetti europei. Ovviamente i tre Cineporti di Bari, Lecce e Foggia, da un lato collante per le produzioni, dall’altro punto di riferimento per il pubblico, grazie a numerose iniziative gratuite. C’è ancora un passo da compiere: l’inaugurazione della Film House alla Fiera del Levante, un progetto di riqualificazione urbana che riporterà in vita lo storico palazzo del Mezzogiorno, che diventerà ufficialmente la “casa del cinema”. L’assessore regionale Silvia Godelli ha fortemente voluto il progetto dell’Apulia Film commission nel 2007

Fonte: Repubblica.it


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