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VENEZIA 72 - "Everest", ciak ad alta quota!

15 Settembre 2015

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Se le location in alta montagna offrono sicuramente immagini e atmosfere mozzafiato, per girare ad alta quota occorre essere perfettamente attrezzati, perché lassù tutto si fa più complicato, soprattutto in inverno. Per questo, sul set di "Everest" fondamentale è stato il coinvolgimento di esperti altoatesini della montagna che bene sanno gestire le condizioni estreme delle cime innevate. Diverse guide alpine, ad esempio, hanno garantito alla troupe la sicurezza sul set, requisito che in alta montagna diventa prioritario perché con il mal tempo le location possono diventare difficilmente raggiungibili dalle squadre di soccorso. Per evitare imprevisti, le condizioni metereologiche e il pericolo di valanghe sono state monitorate costantemente, prima e durante le riprese.
Le attrezzature sono state noleggiate per la maggior parte presso la filiale bolzanina della società di rental Panalight Südtirol. Tutta l’attrezzatura necessaria è stata trasportata sul set con gatti delle nevi, quad, motoslitte ed elicotteri. Il cast e la troupe hanno raggiunto invece le location delle riprese via funivia e seggiovia grazie agli impianti di risalita “Funivie ghiacciai Val Senales”.
Sul ghiacciaio è stato allestito un vero e proprio campo base a Maso Corto, i cui container sono stati noleggiati dalla ditta altoatesina Niederstätter, attiva nel settore delle forniture a servizio dell'edilizia. In questo “centro di controllo” ad alta quota la produzione aveva a disposizione ben 32 linee telefoniche.
Lavorare a quelle altitudini ha significato chiaramente una grande sfida per tutti, compreso il cast. Le temperature sono scese spesso fino anche a -30°. Con quel freddo, a cui le star di Hollywood non sono abituate a lavorare, fondamentale è stato essere ben attrezzati, sia con l’abbigliamento tecnico adeguato che anche con la ristorazione, importante per riscaldare troupe e cast nei momenti di pausa.
Il catering dell’altoatesino Paul Grüner ha servito a 3.200 mt d’altezza fino a 400 coperti al giorno, cucinati a valle o in punti di appoggio vicini al set e poi trasportati con il gatto delle nevi. La scelta è stata quella di cibi che potevano rimanere caldi il più possibile senza scuocere.
È proprio grazie a maestranze e fornitori preparati a lavorare anche in quota, alle misure di sicurezza garantite dalle guide alpine, alle attrezzature tecniche per l’alta montagna trasportate con elicotteri e motoslitte e agli efficienti impianti di risalita che in Alto Adige è possibile girare in serenità anche su una vetta così aspra e imponente progetti difficili come Everest.

 

 

 

fonte: cinemaitaliano.info

 


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