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"The Green Inferno" girato in un villaggio in Amazzonia

22 Settembre 2015

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Su un Ama di Reddit, il regista del film ha raccontato qualche aneddoto sul film in uscita domani al cinema. Tipo quando la protagonista stava annegando.

green-inferno-poster-900Eli Roth è uno specializzato in horror, dopo essere stato la mente dietro film cult tipo Cabin Fever e Hostel.

Giovedì 24 esce al cinema The Green Inferno, l’ultimo lavoro del regista che racconta di un gruppo di studenti ambientalisti di New York che parte verso l’Amazzonia per salvare una tribù locale. Non avevano calcolato, però, che gli indigeni sono ancora degli inarrestabili cannibali.

«Girare Inferno è stato difficilissimo», racconta Roth in un Ama su Reddit. «Anche soltanto per il fatto di trovarsi in questo villaggio remoto in Amazzonia. Ogni giorno viaggiavamo per cinque ore su delle Land Rover e dovevamo guadare dei fiumi».

Il villaggio era davvero sperduto. Così tanto che gli indigeni non sapevano nemmeno cosa fosse un film. «Gliene abbiamo mostrato uno con un lettore dvd. I produttori puntarono su Cannibal Holocaust, e quelli del villaggio pensarono fosse una commedia! Dopo di quello accettarono tutti di partecipare al film», continua Roth.

Due momenti sono stati particolarmente difficili: quando stava per affogare la protagonista (sul serio!) e quando un gruppo di missionari fermò le riprese pensando che il villaggio fosse stato colpito dallo spirito di Satana. «Il giorno in cui abbiamo buttato Lorenza Izzo nel fiume è stato durissimo perché la location che avevamo trovato era stata spazzata via dall’acqua. Quindi abbiamo dovuto trovare un altro posto, dove ci fosse una roccia dove potesse aggrapparsi. Ma non era così sicura come la prima e Lorenza è stata quasi trascinata via dall’acqua, e stava per annegare. È stato davvero spaventoso».

E la questione di Satana? «Durante il primo giorno di riprese abbiamo girato la scena dell’arrivo degli studenti. C’erano bambini legati alle canoe e centinaia di indigeni con il corpo dipinto e pronti ad uccidere. In più, avevamo allestito il set con un sacco di teste infilzate sui pali e cadaveri ovunque. Appena ho urlato “Azione!”, sono arrivate due barche cariche di missionari: erano certi che Satana fosse arrivato nel villaggio e stavano impazzendo! Allora gli indigeni gli dissero “Non è Satana, Eli Roth sta girando un film horror!”. Erano così incazzati che iniziarono a sabotare le riprese sparando musica alta. Il villaggio allora si è ribellato, dicendogli di tornare dopo le riprese del film. Era surreale. Ho provato anche a filmare la scena ma gli indigeni mi hanno detto di stare indietro. Stava diventato una roba seria, abbiamo catturato solo qualche momento».


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