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Restauro per i 90 anni dell'Hollywood Sign

15 Gennaio 2013

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di Marta Soligo

Un lifting costato 175.000 dollari per festeggiare i 90 anni. Non si tratta di un’attrice particolarmente capricciosa, ma dell’Hollywood Sign, che dopo nove settimane di restauro, il 4 dicembre scorso è tornato a splendere sulle colline di Los Angeles, maestoso come ai tempi d’oro. La scritta, ideata nel 1923 dell’architetto Thomas Fisk Goff per promuovere l’agenzia immobiliare dell’editore Harry Chandler, inizialmente era stata ricoperta da 4000 lampadine e riportava quattro lettere in più rispetto alla versione odierna: essa infatti si presentava come “Hollywoodland”, pubblicizzando appunto il nome dell’impresa di quest’ultimo. HollywoodlandSi trattava quindi di una sorta di maxicartellone pubblicitario alto 14 metri, destinato a rimanere sulle Hollywood Hills solo temporaneamente, soprattutto alla luce dei problemi economici che durante la Grande Depressione travolsero la compagnia di Chandler, ormai non più in grado di sostenerne le spese per il mantenimento. Nel corso del tempo, però, l’Hollywood Sign si era affermato come il vero e proprio  simbolo della capitale mondiale del cinema, e in quanto tale, veniva riconosciuto come un bene da tutelare e da risparmiare ad un destino di degrado. Ed è proprio in quest’ottica che nel 1949 la Camera di Commercio di Hollywood si è fatta carico del suo restauro, rimuovendo le lampadine e le quattro lettere finali, intraprendendo una trasformazione che quasi 15 anni dopo, il 7 febbraio 1973, gli valse la nomina a “Historic Cultural Monument” da parte della città di Los Angeles. Negli anni successivi sono state  numerose le iniziative intraprese per mantenere l’integrità di quello che  aveva iniziato ad essere considerato un monumento a tutti gli effetti, tra le quali una campagna che alla fine degli anni Settanta ha portato diverse personalità di fama mondiale ad “adottare” una delle nove lettere. Nel 1978, durante un’asta organizzata da Hugh Hefner nella sua “Playboy Mansion”, infatti, il notissimo editore di Playboy riusciva ad aggiudicarsi la Y, mentre la controversa rockstar Alice Cooper la penultima O. Hugh Hefner con Hollywood Sign alle spalleAnche il Bel Paese faceva la sua parte in quell’occasione, con l’adozione della prima O da parte del regista italiano Giovanni Mazza. Una più recente cordata di “salvataggio” è stata intrapresa nel 2010, grazie ad un altro intervento di Hugh Hefner che, affiancato da star del calibro di Steven Spielberg e Tom Hanks, ha effettuato una donazione di 900.000 dollari per impedire la demolizione della famosissima scritta. Ma è stato all’alba del proprio novantesimo compleanno che, come ogni vip che si rispetti, l’Hollywood Sign si è reso protagonista di uno dei restyling più famosi dell’industria cinematografica.  Nell’ottobre scorso, infatti, si sono aperti i lavori di restauro, che hanno visto l’impiego di circa 963 litri di pittura bianca e altrettanti 396 di prodotto anticorrosione, per una spesa totale di 175.000 dollari, offerti in gran parte dalla Shervin Williams, la compagnia fornitrice delle vernici utilizzate durante la ristrutturazione, in collaborazione con l’associazione Hollywood Sign Trust. Un’operazione degna di un vero e proprio colossal, che non è sfuggita all’attenzione dei media, i quali hanno fatto fare il giro del mondo alla notizia del restauro, evidenziando non solo il significato simbolico di quelle nove lettere, ma anche l’espressione particolarmente fiera dei residenti di Los Angeles mentre volgevano il naso all’insù. Dalle interviste commosse agli operai che hanno svolto i lavori, alle dichiarazioni orgogliose delle personalità politiche losangeline è emerso, ancora una volta, quanto quello che avrebbe dovuto essere solo un cartellone pubblicitario sia diventato uno dei più importanti, se non il più importante, punto di riferimento della metropoli.
Operai reastauro 2012Un’iniziativa, questa, che indubbiamente ha strizzato l’occhio anche al mercato turistico, rivolgendosi a quelle migliaia di viaggiatori appassionati di cinema che ogni anno affollano la città californiana, e che ritengono che un soggiorno a Los Angeles si possa ritenere tale solo dopo avere scattato almeno una foto con l’Hollywood Sign alle spalle. Il fatto che da diversi anni, inoltre, sia impossibile avvicinarsi fisicamente alla scritta, oggi visibile solo da lontano e in determinati punti spesso non semplici da individuare, contribuisce a rendere la stessa ancora più affascinante, quasi rappresentasse una metafora dell’inseguimento di un impalpabile sogno americano. Un aiuto in questo senso, peraltro, viene fornito dalle numerose agenzie situate in zona Hollywood Boulevard, che tra le tappe dei propri tour inseriscono una fermata presso i belvedere dai quale godere di una vista mozzafiato sulla scritta, nonché su Downtown LA con i suoi maestosi grattacieli e le infinite autostrade che la attraversano.
Hollywood Sign OggiNon si può dimenticare, infine, il ruolo fondamentale svolto dall’industria cinematografica e televisiva, che dopo avere portato sul grande e piccolo schermo le più svariate inquadrature delle bianchissime lettere all’interno di film, serie tv e spot, hanno fatto sì che l’Hollywood Sign si affermasse come movie location, diventando ancora di più “oggetto del desiderio” dei cineturisti.Scena film The day after tomorrow E dopo quasi un secolo di vita, lei, la scritta, si mostra oggi affascinante come un tempo, pronta ad esporsi ai flash degli innumerevoli ammiratori grazie ad un look nuovo di zecca,  affermando così il proprio ruolo di regina indiscussa di Hollywood, con la quale nemmeno le star più giovani e promettenti sono in grado di competere.
Marta Soligo


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