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Italian Film Commission, le proposte per rilanciare il cinema in Italia

21 Maggio 2014

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Italian-Film-Commission-le-proposte-per-rilanciare-il-cinema-in-ItaliaUna migliore offerta in dieci punti, per rilanciare il sistema cinema in Italia. È la proposta del coordinamento Italian Film Commission, che si è presentato con un lungo convegno all’Italian Pavillion ieri a Cannes. A rappresentare il coordinamento il presidente Stefania Ippoliti (Toscana) e i due vicepresidenti Cristina Priarone (Lazio) e Nerina Satta (Sardegna): Ippoliti ha definito i dieci punti di lavoro in cui era diviso il convegno «un decalogo sulla futura operatività, per tutto l’anno prossimo», mentre Priarone ha parlato «anche di uno stimolo per il ministro Franceschini», mentre a un preciso ruolo delle film commission «in un momento in cui i territori dimostrano segnali di rinascita» ha fatto riferimento Satta. I dieci punti riguardano il tema dei fondi regionali (con il professor Bruno Zambardino che ne ha messo in luce la valenza in termini di sviluppo), del territorio, dell’ambiente e delle produzioni sostenibili, della creatività, della promozione, delle coproduzioni europee e di quelle internazionali, del pubblico, del tax credit rivolto alle produzioni straniere e dell’industria cinematografica. Tra i numerosi interventi, il direttore di Eurimages Roberto Olla ha sottolineato alcune novità della Convenzione europea, «che permetterà un’apertura a paesi terzi, non europei, consentendo per esempio operazioni a tre con Francia e Brasile; inoltre per le coproduzioni minoritarie si potranno abbassare le percentuali di partecipazione per renderle più accessibile a ogni paese». Carla Cattani, direttore Filmitalia, ha ricordato il lavoro «con i festival principali e con i festival solo di cinema italiano in tutto il mondo; come l’evento di Tokyo che ha permesso di vendere in 14 anni ben 67 film, un numero enorme. Ormai in Giappone siamo il paese europeo maggiormente presente dopo la Francia. E anche con l’Ice abbiamo fatto cose straordinarie, per esempio a Shanghai. Ma non è facile lavorare insieme tra tutti i soggetti sul campo in Italia». Giorgio Gosetti, direttore di vari festival, ha sottolineato il valore delle film commission «come motori sul territorio, pur nelle diversità tra loro. Non bisogna tanto fare sistema quanto promuovere il nostro cinema sul territorio». Richard Borg, dei distributori Anica, ha ricordato il lavoro con le associazioni dell'esercizio per aiutare il mercato in evoluzione: «Con il digitale c'è stata la corsa a essere aggiornati, ora dobbiamo pensare alla diffusione del cinema su tutto territorio: in Italia c'è disparità di presenza dei cinema nelle varie zone». Per Domenico Dinoia (presidente Fice), il cinema italiano ha tanti punti positivi (la quota di mercato, l’alto numero di film prodotti, i premi vinti) «ma dobbiamo migliorare su tanti punti, a cominciare dall'esportazione. E poi, le regioni tramite le film commission finanziano tanti film, ma poi non si aiutano per nulla le sale; se queste chiudono i film sostenuti non possono uscire».
Infine, per la Direzione Generale Cinema Mariella Troccoli ha annunciato la nascita di un portale ad hoc: «Si chiamerà ‘La bussola del cinema italiano’, un sito bilingue che illustrerà agli operatori le norme sulle coproduzioni, con accenni anche in altre lingue (almeno i titoli degli argomenti) per far capire le possibili modalità di realizzazione di film con l’Italia. Poi ci saranno link alle varie film Commission, che dovranno aggiungere informazioni, modalità, foto di location ecc. è uno strumento dalle potenzialità infinite, si possono pensare a collegamenti con le varie amministrazioni e soprintendenze, ma anche alle agenzie di attori e registi». Quanto al direttore cinema del Mibact, Nicola Borrelli, chiamato alle conclusioni, «il cinema italiano raggiunge risultati positivi, molto di più di altri paesi: ha 7 titoli nei primi venti in classifica in Italia (con lo Stato che contribuisce solo fino al 20%, ormai), siamo tra i primi in Europa per quota di mercato nazionale e per premi vinti. Ma ci sono anche troppe cose che strozzano il sistema e impediscono di crescere ancora di più. La varietà di film non è soddisfacente, si producono film di pochi generi. La maggior parte è pensata per il mercato interno, pochi film si vendono all'estero. Ma un altro dato positivo è che siamo il paese più aperto alle coproduzioni: un film coprodotto diventa italiano a tutti gli effetti».


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