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British Columbia per tre

02 Agosto 2018

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C'è sempre molto da scoprire parlando del Canada, e in attesa di approfondire alcuni set televisivi sono ben tre i film in arrivo che hanno approfittato della British Columbia per realizzare le proprie storie. Come la scorsa settimana, il periodo estivo si dimostra un'ottima occasione per esplorare delle stesse location da punti di vista diversi. Come nel caso di Overboard, Skyscraper e Io, Dio e Bin Laden tutti girati dalle parti di Vancouver in Canada.

Un ricchissimo playboy messicano egoista e smemorato in balia di una madre single (Anna Faris), addetta alle pulizie sul suo yatch, su una spiaggia dell'Oregon; Un ex leader del Team di Recupero Ostaggi dell'FBI e veterano americano di guerra (il Will Sawyer di Dwayne 'The Rock' Johnson), oggi responsabile della sicurezza dei grattacieli, costretto a salvare la propria reputazione e la famiglia intrappolata all'interno di un edificio in fiamme; l'eccentrico Gary Faulkner (Nicolas Cage) che, dopo una apparizione divina, capisce di avere una missione nella vita: partire alla volta del Pakistan per catturare il leader di Al-Qaeda.

Tre storie diverse e a loro modo surreali (l'ultima è addirittura un'incredibile storia vera!) che - almeno nei primi due casi - hanno condiviso tanto alcune aree del Greater Vancouver Regional District, come il villaggio di Steveston, verso Richmond, Coquitlam e Surrey (di cui si riconosce la City Hall Plaza nel film con The Rock), quando il periodo di riprese, svoltesi tra giugno e luglio del 2017 per Overboard e tra agosto e ottobre per Skyscraper.

iodioIl film di Larry Charles (già regista di Borat e Religiolus - Vedere per credere) arriva invece da più lontano. e arriva più lontano. Girato nei mesi di aprile e maggio 2015, infatti, per Io, Dio e Bin Laden i set sono stati più vari: "Il film ha essenzialmente due ambientazioni: il Colorado e il Pakistan, ciascuna con un suo look distintivo - spiegava il regista. - La difficoltà era riuscire a rispettare le differenze di entrambe, conferendogli, contemporaneamente, un aspetto uniforme. Siamo riusciti ad ottenerlo rimanendo fedeli agli ambienti stessi. Abbiamo pensato, 'Bene, scegliamo il Marocco e Vancouver!'. Il Marocco assomiglia molto al Pakistan e Vancouver è perfetta per il Colorado".

Ma se l'avventura di Nicolas Cage e Russell Brand (nei 'panni' di Dio!) ha fatto anche alcune brevi incursioni a San Diego, in Israele e nel Pakistan - pur ambientata soprattutto a Greeley, nel Colorado - i set principali sono stati quelli di Marrakech e del Marocco tutto. "Il Marocco è un luogo pieno di colori, di energia, di rumore, di cultura, di capre, di pecore, di motociclette, di cani e di gente che urla" raccontava il Produttore Esecutivo Jeremy Steckler, svelando di aver utilizzato tanti di questi elementi nel film. Ovviamente per volontà dello stesso Charles, secondo il quale: "Girare per le strade di Marrakech è stata una vera avventura. Quei luoghi, quegli odori, quei rumori rimarranno per sempre vividi nella mia mente. Ma le esperienze più memorabili sono accadute sul set. Abbiamo viaggiato attraverso la catena montuosa dell'Atlante, nel bel mezzo di un nubifragio torrenziale; i massi, alcuni più grandi di una macchina, rotolavano giù dal fianco della montagna sulla strada. Non sembrava neanche reale, ma stava accadendo davvero".

"Mi è piaciuto molto il Marocco - sono state le poche ma convinte parole di Russell Brand sul Paese. - è un posto bellissimo. Ed hanno una cultura meravigliosa. è stato stupendo girare questa storia, che analizza i temi del secolarismo e della religione, in un paese islamico". "I suoi abitanti sono delle persone fantastiche - concludeva Cage. - Tutti quelli che ho conosciuto sono stati molto gentili, sinceri e ospitali. Abbiamo fatto delle cose assurde. Abbiamo corso dei rischi enormi, come girare su dei ciclomotori per la Piazza della Medina, rompendo di tutto. Ho anche camminato per strada a mezzanotte gridando a squarciagola. La loro cultura è diversa dalla nostra, eppure le persone sono state molto cortesi e disponibili. Non credo che si siano arrabbiate; sembravano tranquille. Erano molto felici che stessimo girando un film lì. Quindi, dal punto di vista culturale questa è stata una grande esperienza per me".


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