Ancora il Piemonte protagonista nel film dedicato alle vicende Parmalat

IlGioiellino_locandina

Gli spazi suggestivi di Acqui Terme, ridente cittadina in provincia di Alessandria, sono in questi giorni protagonisti al cinema con ‘Il Gioiellino’, film di Andrea Molaioli in sala da venerdì 4 marzo. Un’opera interessante e certamente controversa - narra, infatti, delle vicende Parmalat - che conferma l’ottimo lavoro svolto in questi anni dalla ‘Film Commission Torino Piemonte’ e che mostra altresì il legame ormai profondo tra la settima arte e le eccellenze territoriali piemontesi. Opera che ha visto la bellissima località termale alessandrina “prestare” le sue location e trasformarsi in una delle più conosciute città italiane: «Acqui è stata la nostra Parma», racconta, infatti, Francesca Cima della Indigo Film. «In sei settimane di lavoro fantastiche siamo riusciti a ricreare quel clima da provincia ricca ed elegante che caratterizza la città emiliana. Praticamente – continua - abbiamo girato tutto il film ad Acqui, prevalentemente presso i cinque piani dell’ex tribunale». Una scelta, questa, motivata dal tema scottante che caratterizza l’opera: «sarebbe stato impossibile girare il film a Parma – conclude Francesca Cima - certe vicende sono ancora vive nei ricordi della popolazione locale».

 

‘Il Gioiellino’ narra il crac Parmalat (che qui si chiama «Leda») e vede la partecipazione di Toni Servillo (Tonna) e Remo Girone (Calisto Tanzi). Ad essere raccontate sono le contraddizioni di quell’Italia attraversata, a cavallo tra gli anni’80-90, dalle tristi e ancora irrisolte vicende dominate da investimenti scellerati e da un calcio senza la poesia delle origini. Uno scenario desolante, reso al meglio dalle location di Acqui, località nota per le sue sorgenti termali che negli ultimi tempi è stata spesso protagonista di opere cinematografiche di grande spessore come ‘Il Divo’ di Paolo Sorrentino e ‘La Doppia Ora’ di Giuseppe Capotondi (2009, con Filippo Timi). Film che hanno portato alla ribalta le bellezze della località piemontese, fino a 10 anni fa pressoché inutilizzata – almeno ufficialmente - da produzioni e cineasti, se si escludono i casi de ‘Il partigiano Johnny’ (2000, di Guido Chiesa) e del vecchissimo ‘Fari nella nebbia’ (1942, di Gianni Franciolini). Poche e fugaci, dunque, le comparsate nel mondo del cinema, mondo che negli anni a venire vedrà, probabilmente, Acqui protagonista con una certa continuità. A confermarlo le parole di Francesca Cima: «Alla luce della disponibilità degli abitanti e del sindaco Danilo Rapetti, sono sicura che torneremo presto a girare in questo posto incantevole».

 

 


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