L’attesa opera prima di Piero Messina, regista calatino in concorso alla Mostra di Venezia, selezionata anche per Toronto Film Festival, valorizza il centro storico di Caltagirone, finora quasi ignorato dal cinema. Il film, sottolinea il regista che quasi in contemporanea col festival diventerà padre per la seconda volta, è scritto per essere girato in Sicilia, una Sicilia composta di diversi luoghi, di cui la città di Sturzo è il fulcro.   «Se non avessi potuto fare qui il mio film non l’avrei mai fatto» dice Piero, 34 anni, già assistente di Paolo Sorrentino per This must be the place e La grande bellezza e autore di cortometraggi come Terra presentato a Cannes, La prima legge di Newton nominato ai Nastri d’Argento e ai Globi d’Oro, La porta selezionato al Festival di Rotterdam, Pirrera.

Per Juliette Binoche (Anna nel film), madre che attende il ritorno del figlio (tutto il film è una lunga attesa) è la prima volta in Sicilia. La grandissima interprete francese, rivelata nel ’92 da Il danno di Louis Malle, diretta poi da Kieslowskji, Haneke, Kiarostami, Cronenberg «si è innamorata del posto. Ha visto poco perché si è lavorato 24 ore su 24, ma la sera e la notte – dice Messina - abbiamo passeggiato a Ragusa e a Caltagirone e ha avuto modo di sentire la suggestione dei luoghi». Da Caltagirone Juliette Binoche si è portata a casa a Parigi tanti pezzi di ceramica di Alessi prestati alla produzione per arredare la casa.

Fra le location de L’attesa, la villa di Anna che si trova nella campagna di Chiaramonte Gulfi, Villa Fegotto, una villa «molto bella – dice Messina - siamo stati molti mesi a cercarla: ce ne serviva una molto grande, coi tetti alti per creare una sovradimensione dello spazio rispetto ai personaggi. Infilate, corridoi… Il film è quasi la casa, location principale. Assieme ai carruggi di Caltagirone è il terzo personaggio. Negli spazi quasi vuoti, la donna lentamente mette in scena una nuova verità. E la casa diventa il teatro della messinscena». Anna vive in solitudine nella bellissima e aspra campagna siciliana. A tratti la nebbia sale lenta lungo le falde dell’Etna (alcune scene sono state girate ai Monti Silvestri) impedendo allo sguardo di spingersi lontano. I passi di Pietro, il factotum, rompono il silenzio. Poi arriva Jeanne, una ragazza che dice di essere la fidanzata di Giuseppe, il figlio di Anna. Lui l’ha invitata in Sicilia per una vacanza. Anna ignora l’esistenza di Jeanne. E Giuseppe non c’è. Le due donne imparano a conoscersi e insieme aspettano il giorno di Pasqua, quando Giuseppe arriverà.  

Qui avverrà la risoluzione della storia similmente a Viaggio in Italia di Rossellini mentre la città sta festeggiando un’altra cosa». La processione, ci spiega il regista non è esattamente quella calatina perché ha preferito fondere scene delle processioni di Trapani, Caltanissetta, Ferla e altri centri dell’isola. La processione degli incappucciati che scendono la scala monumentale è ispirata a quella della festa del Patrono San Giacomo. Il film valorizza molto la Scalinata monumentale.  

«Ho cercato – dice Messina, grato al produttore Nicola Giuliano di Indigo di avergli consentito di fare il film esattamente come lo voleva - di raccontare la Sicilia nell’atmosfera adeguata alla storia: perciò ho dovuto sommare tante cose lontane tra di loro. La Sicilia nel film è un sentimento che c’è nel paesaggio. Mi era stato proposto di girare il film in Puglia perché l’Apulia Film Commission aiuta di più ma poi è arrivato Giuliano e poi la Sicilia Film Commission è stata generosa e ci ha dato 200 mila euro». Nel cast Giorgio Colangeli e Giovanni Anzaldo (Giuseppe, il figlio di Anna), 28 anni torinese, uno dei più quotati italiani under 30 (Il capitale umano). Coprodotto dalle francesi Barbary Films e Pathè, distribuito da Medusa, L’attesa, a Venezia il 5 settembre, sarà nelle sale il 17.

Fonte: Lasicilia.it


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