cinema imm[di Vania Vorcelli] BOLOGNA – Non solo musei e mostre. Anche cinema e musica possono essere un traino formidabile alla crescita turistica di una città e di un territorio. Lo dimostrano i dati presentati in occasione della Borsa delle cento città d’arte organizzata da Confesercenti e in corso proprio in questi giorni a Bologna. L’essere location di film e fiction aumenta l’appeal di una località, ma anche ospitare grandi eventi legati al cinema e alla musica. Bastano i numeri sul cinema in piazza Maggiore a due passi dalle due torri sciorinati dal direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli al seminario “Cinema, musica e arte, volano per il turismo” per capire l’entità del fenomeno: nel 2015 le proiezioni estive sul Crescentone hanno generato ricadute economiche per 1,275 milioni di euro (un milione dai soli accreditati), il 10% rispetto al 2014, +30% sul 2013.

Moltissimi gli stranieri che arrivano in città per godersi lo spettacolo. “Quest’anno aspettiamo cinefili da 47 paesi diversi”, conferma Farinelli. Non è un caso, dunque, che la Regione abbia puntato sulla promozione della filiera cinematografica con una legge ad hoc, che ora intende replicare nella struttura per la valorizzazione delle produzioni musicali, dalla lirica ai grandi concerti. Del resto, il successo di alcuni eventi non può che confortare in questa direzione. Alessandro Tortelli, responsabile del Centro studi turistici di Firenze e autore della ricerca commissionata da Confesercenti, fa l’esempio del concerto degli U2 a Torino del settembre scorso: 5,7 milioni di ricadute economiche stimate.

All’estero gli esempi si sprecano, sia sul fronte musicale che cinematografico. Basti sapere, però, che un viaggiatore su tre è influenzato da film e fiction e che da un tasso di crescita annuo del 4% nei dieci anni precedenti all’uscita di un film che ha visto città come set, si passa nei cinque anni successivi ad un incremento medio del 12% all’anno. Di Barcellona nel cinema ha parlato Esteve Riambau, direttore della Filmoteca della Catalogna. Ci sono le case history internazionali (gli effetti benefici al turismo scozzese determinato dall’uscita di Braveheart o sulla Nuova Zelanda grazie al Signore degli anelli), ma anche le storie di successo di casa nostra: il boom di Castellabate dopo “Benvenuti al Sud”, la riscoperta della Basilicata dopo “Basilicata coast to coast“, di Ragusa grazia al commissario Montalbano o di Gubbio, set di Don Matteo.

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“Un film non ha dato benefici duraturi solo se il territorio non si è attrezzato per sfruttare l’occasione”, certifica Tortelli. In Emilia-Romagna la Film commission istituita dalla Regione punta proprio a lanciare il territorio come set per le produzioni cinematografiche anche con finalità promozionale. Buone notizie, quindi, dal Governo che ha fissato “un finanziamento minimo le produzioni di 400 milioni di euro (erano 250 milioni), che potranno aumentare grazie ai proventi dei biglietti”, conferma il sottosegretario ai Beni culturali Antimo Cesaro. Dopo il cinema, dunque, viale Aldo Moro, vuole replicare il modello stilando “entro il 2017 una legge ad hoc sulla filiera produttiva della musica”, spiega l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti.

“L’obiettivo è promuovere la lirica, i festival, ma anche i grandi eventi musicali. Con la cultura si mangia, eccome se si mangia“, scandisce l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. Anche in questo caso, la sostanza sta nei numeri del turismo culturale in Italia: 92 milioni di notti e un fatturato complessivo stimato in 11 miliardi di euro (il 70% generato dalla domanda estera). In vent’anni i flussi turistici a Bologna sono cresciuti del 53% (+9% di italiani, +159% di stranieri). Un turista straniero spende in media a Bologna 100 euro al giorno. E “il 50% dei turisti che arrivano in città sono stranieri”, ricorda il direttore regionale di Confesercenti, Stefano Bollettinari. “Il turismo culturale sta crescendo nella nostra regione. I dati sono un punto di partenza, la conferma che le scelte fatte in questi anni erano giuste, ma rappresentano uno stimolo a fare sempre meglio”, osserva Corsini, evidenziando come i numeri sull’andamento del turismo in regione nei primi tre mesi del 2016 confermino il trend positivo del 2015. L’obiettivo dei prossimi anni sarà valorizzare le piccole città d’arte, attraendo nuovi flussi turistici verso i borghi minori”, aggiunge. “Questo- assicura l’assessore- non significa abbandonare le grandi città d’arte dell’Emilia-Romagna, ma spostare l’interesse anche verso territori dove il turismo culturale può servire come volano all’economia”. Su questo Cesaro è chiaro: “Una città d’arte è degna di questo nome se fa ricadere le sue potenzialità a livello economico e occupazionale”.

Insomma, il turismo culturale offre praterie inesplorate da conquistare. “In Italia ci sono 43.000 luoghi dove si fa spettacolo e si producono ogni anno 200.000 spettacoli. Numeri straordinari che testimoniano come turismo e cultura possano e debbano andare a braccetto“, tira le somme Claudio Albonetti, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti. Certo, anche si potrebbe aiutare il turismo nelle città d’arte, per esempio, propone Il presidente di Assohotel, Filippo Donati, “modificando il calendario scolastico sul modello francese, che lascia tre settimane libere durante l’anno”. Durante, il seminario, infine, per celebrare la ventesima edizione della Borsa del turismo delle città d’arte è stato premiato Ettore Bianchi, ex responsabile dell’Enit, tra i primi nel 1997 a puntare sulla manifestazione.

Fonte: dire.it


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