davide leporace

 

La XIV Edizione dell’Ischia Film Festival è stata contraddistinta dall’ottima sinergia con la Regione Basilicata.
Paride Leporace (Fondazione Film Commission Lucana) ha affermato: “Dopo l’uscita del film ‘Basilicata coast to caost’ c’è stato un boom di turismo sostenibile: tantissime persone continuano a scegliere, grazie a qual film, di esplorare la Regione in bicicletta o a piedi. Un sengo tangibile della forza del Cinema.”

 

L'INTERVENTO

LA STRADA DEL CINEMA LUCANO NEL CINETURISMO GLOBALE PROSSIMO VENTURO


È per me significativo, dal punto di vista intellettuale e professionale, tornare a Ischia, isola dalle molteplici sollecitazioni cinematografiche, per parlare di Cineturismo. Nel 2013, a pochi mesi dalla mia nomina a direttore della neonata Lucana film Commission, partecipando con una relazione all’annuale convegno del Festival, irrobustivo la mia formazione e conoscenza ascoltando illustri studiosi ed esperti di settore. Qui, come è noto, grazie a Michelangelo Messina, è nato il neologismo del Cineturismo creando una consapevolezza su un asset significativo per l’industria culturale e turistica del nostro Paese che meglio dovrebbe tutelare e valorizzare il suo tesoro memoriale spesso scolpito nell’immaginario mondiale. Il turista che arriva a Roma, oggi a distanza di anni, va in visita a Fontana di Trevi e passeggia sulla ormai decadente Via Veneto spesso condizionato dal ricordo indelebile di aver visto e rivisto “La dolce vita” di Fellini. Passeggiata turistica magari rinforzata dall’aver ammirato sugli schermi di qualche cinema, televisione, computer “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Poi, che gli studenti croati sappiano riconoscere le immagini del capolavoro felliniano e quelli italiani no, è tema per altro dibattito che ci deve far riflettere su come recuperare la nostra identità culturale. Nella prima volta a questo Festival annunciavo il mio primo intervento di sostegno al Cineturismo. Con l’Apt Basilicata ci accingevamo a sostenere la promozione dell’uscita nelle sale francesi di “Basilicata coast to coast”: Una buona pratica italiana di come si possa coniugare produzione cinematografica e marketing territoriale. Risultati ben analizzati negli anni passati qui ad Ischia, grazie anche agli studi promossi dalla Fondazione Mattei, su come una terra dalle grandi potenzialità potesse svelare le sue bellezze da scrigno nascosto posizionandosi all’attenzione del turismo esperienziale del nuovo secolo. “Ma dov’è sta Basilicata” chiede la sciura milanese alla portiera mentre osserva nel suo cortile l’arrivo della famiglia Pafundi a Milano nel celebre film di Visconti “Rocco e i suoi fratelli”.  A mezzo secolo da quel capolavoro il cinema rivela dove si trova quella regione che ragiona oggi come valorizzare le foto di Visconti che venne a Matera e Pisticci per la preparazione del suo film.
Abbiamo proiettato “Basilicata coast to coast” a Lisbona e a San Pietroburgo e in ogni latitudine abbiamo studiato quanto sia valida quella narrazione per far conoscere un territorio. E abbiamo verificato come l’intreccio di questa novella “Armata Brancaleone” dei giorni nostri induca a compiere il viaggio del film a piedi come fanno i protagonisti del fortunato film.  
Qui ad Ischia, prima di ogni altro luogo di studio, Michelangelo Messina ebbe l’intuito di comprendere che “The Passion” di Mel Gibson girato tra Matera e Cinecittà si apprestava ad essere polo di attrazione notevole per i nostri luoghi. Un blockbusters mistico religioso di portata globale riattualizzava Matera come Gerusalemme indicando a masse significative di turismo una meta internazionale. Un film che continua a recitare un ruolo enorme in questo tipo di attrazione come testimonia l’audience a molti zeri registratasi nell’ultima messa in onda su Canale 5 nella scorsa Pasqua a oltre dieci anni dalle uscite nelle sale.
Di Matera città internazionale del cinema valuteremo nuovi impatti tra circa un mese, quando la nuova edizione di “Ben Hur”, il kolossal per antonomasia, uscirà sugli schermi di tutto il mondo riproponendo Matera come Gerusalemme. E l’anno venturo la saga di Wonder Woman ci dirà quanto può interessare Matera, ma anche Miglionico che ha prestato i suoi scenari di collina e Castello storico, sui fumettari globali, categoria di pubblico molto identitaria e affezionata ai luoghi e simboli del proprio culto. In questi anni abbiamo lavorato su questi temi. Recuperando molte esperienze del passato. Anche dimenticate. Ho invitato a Matera, dove non era mai ritornato dopo la lavorazione del film, Fernando Arrabal regista de “L’albero di Guernica” e riproiettato quel datato film dotato di grande forza surrealista e storica. Un rafforzamento del genius loci cinematografico urbano. E chi mai immaginava che Bernard Tavernier indicasse al Festival di Venezia come pellicola da restaurare “La Lupa” di Lattuada permettendoci di riproporre anche in quel contesto una narrazione materana dei Sassi abitati come quinta scenografica e sociologica da ammirare, rimirare e ripensare. Tutti file che riconducono all’appuntamento prossimo venturo di “Matera capitale europea della cultura 2019”:
A Ischia, non posso esimermi di accennare all’incidenza dell’icona pasoliniana sull’affermazione del dossier di candidatura. Le celebrazioni del cinquantenario del film “Il Vangelo secondo Matteo”, preparate quando non era ancora stato definito dall’Osservatore romano “probabilmente il più bel film sulla storia di Gesù Cristo”, risultarono rilevanti per la vittoria del dossier di candidatura. Due elementi a riscontro. La visita della commissione alla mostra tematica della riuscita mostra sui 50 anni del film a Palazzo Lanfranchi che testimonia come un film, anche capolavoro, vada tenuto vivo con iniziative che ne attualizzano il riuso. E poi la pubblicazione della foto di Pasolini e Irazoqui sul set materano per annunciare la vittoria sulla prima pagina del Corriere della Sera. Una foto storica che viene riproposta in ogni latitudine e contesto. Io continuo a sostenere che Pasolini attraverso il suo lavoro in Basilicata (non solo a Matera, ma anche Barile e Lagopesole) resta un filone molto utile per il Cineturismo lucano, considerata la levatura mondiale che il regista friulano continua ad avere ovunque. Metterlo in discussione come polveroso risulta deprivante e deprimente per quello che ci proponiamo di costruire.
Il dibattito di questi anni ha riconosciuto questo lavoro. Se ne trovano traccia nella pubblicistica internazionale. Da Newsweek a Le Monde gli inviati si sono soffermati a narrare lo scandalo nazionale lucano che diventa opportunità di crescita dell’industria culturale europea. E la critica militante non è stata da meno. Sulla rivista  “8 e mezzo” diretta dal vulcanico Gianni Canova, firma autorevole dei cataloghi del festival di Ischia di precedenti edizioni, si può leggere ad esempio “Le Murge sono un altopiano di origine carsica che caratterizza la parte centrale della Puglia le cui digressioni si spingono fino all’estremità orientale della Basilicata, Matera e dintorni. Questo paesaggio è oggi una delle location più note del paesaggio meridionale, grazie anche alla politica di due regioni del nostro Mezzogiorno che hanno investito nel cinema in una sapiente e sistematica strategia di marketing territoriale.”. E non mi sembra casuale che, sempre Canova, allo Iulm, promuova master di alta formazione sulle tematiche che dibattiamo. Non sono mancate le voci critiche in questi anni sul cineturismo. Alberto Crespi, ad esempio, sulle riviste ne ha messo in discussione rischi e oleografie. Ma la ricerca può sperimentare. Ricordate quando la serie tv “I Cesaroni” portava il turista in periferia a Roma?
Non è detto che non si possa far diventare cineturismo l’epica stracciona di Jeeg robot per Tor Bella Monica, Gomorra per Secondigliano, Anime Nere per Africo. Rischioso? Ma interessante demistificare e far conoscere. Una provocazione su cui riflettere. Ma torniamo alla Basilicata, che per sua fortuna, non ha romanzi criminali da affrontare. Ai suoi compiti da svolgere. In questi tre anni la nostra regione ha indotto, al netto dei kolossal internazionali, la produzione sul proprio territorio, grazie ad incentivi, facilitazione e bandi, circa dieci lungometraggi, quindici corti, cinque documentari, tre web series, due serie televisive, una videoinstallazione. Come valorizzarli?
Solo qualche esempio. Al direttore Messina per questa edizione di Ischia non poteva sfuggire “Un paese quasi perfetto” di Massimo Gaudioso, già sceneggiatore guarda caso di “Benvenuti al Sud” e prodotto da Cattleya, casa di produzione da encomiare per la valorizzazione che compie attraverso il suo catalogo del Mezzogiorno d’Italia. Le Dolomiti lucane, grazie anche ai suoi amministratori e alle popolazioni dei comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa, sono state grazie anche ad un nostro bando, un terreno di sperimentazione significativo su come si crei dal basso cinema utile al botteghino ma anche alla promozione territoriale. La presenza di un attrattore turistico come il Volo dell’Angelo insieme alle bellezze naturale dei luoghi ci dirà quanta è stata utile questo tipo di esperienza. I primi risultati empirici del mese di maggio sembrano significativi.
Esempio molto diverso. “Montedoro” , film girato a Craco con estetica d’essai alla Kiarostami per intenderci. Suggestivo e potente. Può essere elemento di Cineturismo esperienziale per quei visitatori che vengono da ogni dove ad Aliano attratti delle iniziative del paesologo Franco Arminio? Io dico di sì. Il cinema della modernità confrontato con quello classico di Rosi per attrarre un viaggiatore colto che cerca nuovi scenari di viaggio.
Per fortuna la Basilicata cammina in rete già producendo buone esperienze. Il Gal Bradanica e del Lagonegrese sono attivi sul confronto con gli operatori per buone iniziative.  L’assessorato regionale all’Agricoltura ha promosso il product placement dei nostri prodotti ortofrutticoli all’interno della fiction girata nei mesi scorsi a Matera da Cinzia Torrini, l’Apt Basilicata si accinge a dare alle stampe la terza edizione della guida “Ciak si viaggia” molto apprezzata da cinefili e turisti. Ma il progetto più lungimirante a me sembra essere quella della nostra dirigente Patrizia Minardi che qui ad Ischia presenterà il progetto “Tourism movie" approvato dalla giunta regionale e candidato alla promozione nazionale dell' ENIT, nell'ambito dei progetti interregionali "South route" e in coerenza con l'anno dei cammini 2016. Il progetto lucano su tre percorsi fruibili di cineturismo si svilupperà, nella prossima triennalità, ancora su altri percorsi coinvolgendo tutto il territorio regionale. Spero che il sistema Italia sappia farne tesoro per costruire percorsi nazionali che possono essere utili per le industrie di cinema e turismo. Per quel che ci riguarda, con la collaborazione delle regioni di nostra prossimità, non faremo mancare il nostro contributo d’idee e di lavoro. per l’affermazione di un cineturismo italiano di qualità e prestigio.

 

[28 giugno 2016 - Ischia, Castello Aragonese]


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