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ragusaLa terra iblea è un set naturale. Sono numerosi e in gran parte di successo i film girati nella provincia del Sud-Est siciliano. La bellezza rurale dei paesaggi, le coste sabbiose, l’architettura liberty e barocca costituiscono una scenografia a cielo aperto. Per queste ragioni i registi scelgono la provincia di Ragusa come ambientazione del loro racconto cinematografico. Dal film d’autore alle serie tv. A ciò va aggiunto un aspetto decisivo: i costi di produzione nel territorio sono relativamente bassi e le location gravano poco sul budget di un film. Secondo la definizione dello scrittore Gesualdo Bufalino, “vi sono luoghi naturaliter cinematografici. I quali invitano, quando non obbligano, la macchina da presa a cercarli, inseguirli e possederli. Luoghi che per una felice alleanza di suggestioni audiovisive, socio-storiche, antropologiche, costituiscono già di per sé scenografie e sceneggiature bell’e fatte”.

La provincia siciliana da anni è teatro di un successo internazionale: “Il Commissario Montalbano”, serie in onda su Rai Uno, diretta da Alberto Sironi e interpretata da Luca Zingaretti, tratta dai libri di Andrea Camilleri. Spinte dal forte successo televisivo, migliaia di persone giungono nel territorio alla ricerca di quei luoghi così abilmente descritti. È il fenomeno del cineturismo, scoperto intorno alla metà degli anni Novanta nei paesi anglosassoni e giunto in Italia sulla scia di alcuni grandi successi in cui il collegamento con il territorio è un fatto assodato e costante. Grazie al cineturismo l'industria cinematografica e televisiva è diventata un motivo di forte impulso per il territorio. Tutte le location possono trasformarsi in mete di viaggio. Il cineturismo come un fenomeno di nicchia? Niente di più errato. E lo prova il fatto che stia interessando un numero sempre crescente di tour operator pronti ad offrire pacchetti strutturati. Ciò dimostra come non sia più un evento casuale, ma gestito è in grado di generare profitto. Il cineturismo è oggi una forma di turismo dall’alto profilo culturale, per appassionati ed amanti del cinema ma non solo, che abbina alla visita dei luoghi anche quella nei musei insieme alla visione di alcuni spezzoni dei film realizzati. Si calcola che ogni anno nel mondo siano circa 100 milioni i viaggiatori, soprattutto americani o inglesi, che visitano luoghi legati alle suggestioni del cinema. Secondo i dati del mensile “Qui Touring” dell’ottobre 2011, 10 milioni di visitatori solo in Italia raggiungono 1.700 location. Dal 1998, anno in cui la serie tv ha debuttato, il turismo in tutta la Sicilia orientale e nella provincia di Ragusa in particolare, è cresciuto al ritmo del 12-14% l'anno, con un aumento esponenziale dei Bed & Breakfast e degli agriturismi, dai 65 del 2001 ai 2900 del 2006, di cui molti intitolati al commissario, fra cui “La casa di Montalbano”, a Punta Secca. Purtroppo l’offerta non si è mai pienamente organizzata. Sono nate nuove strutture extra-alberghiere, ma si tratta di iniziative spontanee. Una pianificazione avrebbe prodotto più opportunità. L’amministrazione ragusana ha provato a sfruttare le potenzialità del cineturismo realizzando una sorta di “movie map” del “Commissario Montalbano”, collocando dei totem con le foto tratte dalla serie tv nei luoghi interessati dalle riprese. Ma si è ancora ben lontani da una forma di cineturismo di tipo integrato con le produzioni cinematografiche.

Ma il territorio ibleo viene scelto come location ben prima di Montalbano. Nel 1947 viene girato a Modica “Anni difficili”. Il film di Luigi Zampa, tratto dal racconto “Il vecchio con gli stivali” di Vitaliano Brancati, rappresenta la pietra miliare del percorso che lega la provincia al cinema. Lo scrittore, anche co-sceneggiatore del film, convince Zampa affinché sia scelta la città come location. Brancati, infatti, conosce bene il territorio perché proprio a Modica ha trascorso le estati della sua infanzia. Dal dopoguerra ad oggi più di cinquanta produzioni scelgono il barocco, le campagne e le spiagge iblee. Ma il film che rappresenta al meglio la provincia di Ragusa è “Divorzio all’italiana”, il capolavoro di Pietro Germi, datato 1961 e interpretato da Marcello Mastroianni, Daniela Rocca e Stefania Sandrelli. Le scene sono ambientate lungo il corso Garibaldi di Ispica e nelle piazze e negli interni del Circolo della Conversazione dall’atmosfera ottocentesca di Ragusa Ibla. Appollaiata in cima ad una collina che sovrasta una vallata coperta di rigogliosa vegetazione di alberi di carrubo e fichi d'india, Ragusa Ibla sembra sia stata scolpita sul gessoso bianco calcare sul quale è situata. Il film, per la sua graffiante e spietata satira della società, viene premiato con l’Oscar per la miglior sceneggiatura, scritta dal regista insieme con Ennio De Concini e Alfredo Giannetti. Si tratta di una pellicola densa di avvenimenti, soprattutto “fuori campo”. La lavorazione è burrascosa, costellata da numerosi episodi. Dalla fine del rapporto amoroso tra il regista e la Rocca, al tentativo di suicidio di quest’ultima, fino alla paresi facciale di Germi. Dopo la conclusione delle riprese il cineasta dichiara che la terra ragusana ha influenzato anche la storia del film. Poiché i toni drammatici, che sono nelle sue intenzioni, mal si accostano allo spirito della società e dei luoghi scelti come location. Da questi presupposti viene fuori la pungente commedia di grande successo, sia in Italia che all’estero, che incorona la provincia di Ragusa come location ambita dai più noti registi.

Non solo Montalbano, dunque. Il viaggio tra le location ragusane offre la possibilità di godere di molteplici scorci, dalle ville isolate alle coste ancora preservate dall’aggressione turistica, dai piccoli paesi ai centri barocchi. Grazie al cineturismo la provincia di Ragusa è adesso inserita nei principali tour della Sicilia. I film possono diventare un forte elemento di costruzione dell’identità di un luogo, di una città, di un territorio. Per queste ragioni, la terra iblea può rivendicare uno spazio riconosciuto a livello internazionale.


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