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Tratto da "Millecanali" (gruppo Il Sole 24 Ore) n° 421 – aprile 2012
a cura di Elena d'Alessandri - Responsabile di ricerca IsICult e Coordinatrice dell’Osservatorio nazionale Film Commission e Film Fund
 
Pur essendo “Millecanali” una testata che ha come target principale i professionisti e gli operatori del sistema radio-televisivo (con particolare attenzione al mercato dell’emittenza locale), riteniamo che sia opportuno proporre una fotografia del fenomeno delle Film Commission e dei Film Fund in Italia: in effetti, queste strutture organizzate e queste dotazioni finanziarie interagiscono sempre più con il complessivo “sistema” dell’audiovisivo nazionale. L’attenzione
delle Film Commission si concentra, inevitabilmente, su una delle fasi della “filiera” dell’audiovisivo: l’ideazione e la produzione di “content”.
Questo contenuto originale è destinato sia alla prioritaria utilizzazione cinematografica in sala (“theatrical”) sia alla trasmissione televisiva (“fiction”, ma anche documentaristica, videoclip e spot pubblicitari) e sembra per ora sfuggire - per molti aspetti - all’interesse diretto dell’universo delle emittenti televisive locali italiane.
Riteniamo che una fotografia ed un monitoraggio di questo fenomeno siano in verità interessanti anche per le Tv locali, perché lo sviluppo di un sistema audiovisivo deve essere policentrico ma organico e le varie “fasi” della “filiera” interagiscono ormai sempre di più tra loro. Il rapporto tra Film Commission e Tv locali è per lo più ancora latente, ma prospetta potenzialità significative.
 
Alcune premesse
La Film Commission, ovvero la “commissione cinematografica”, storicamente, nasce come “trait d’union” tra il territorio e l’industria del cinema, in America, ovvero negli Stati Uniti. Intorno agli anni ’40, infatti, proprio per facilitare le produzioni che dovevano sempre più girare in esterni, nei territori della West Coast sorsero queste antesignane strutture.
In Europa, le Film Commission arrivarono soltanto 30-40 anni dopo: nei grandi Paesi come Francia, Regno Unito o Germania, esiste ormai una pratica ben consolidata nel tempo, che affonda le radici negli anni Ottanta.
L’Italia è uno dei Paesi che ha conosciuto il fiorire di questo fenomeno con un forte ritardo, a ridosso degli anni Duemila. La prima struttura è in effetti sorta nel 1997: si trattava dell' Emilia Romagna Film Commission.
Il ritardo nella partenza è stato però compensato da una grande ripresa: in circa un quindicennio, sono sorte oltre 50 strutture lungo tutto lo Stivale.
Le Film Commission sono “player” indipendenti, locali o regionali, che hanno come obiettivo primario quello di sostenere ed attrarre produzioni audiovisive in un determinato territorio. Operano prevalentemente attraverso la fornitura di servizi: organizzativi (analisi della sceneggiatura, ricerca delle
“location” adeguate ecc.), finanziari (incentivi che riducano i costi di produzione dell’opera audiovisiva…), promozionali (realizzazione di anteprime sul territorio, festival ed altre iniziative).
 
L’Osservatorio IsICult
Nel corso del 2010, IsICult - Istituto Italiano per l’Industria Culturale ha promosso una prima inedita ricerca sull’argomento, realizzando l’“anno 1°” dell’“Osservatorio nazionale Film Commission e Film Fund”. Va segnalato che, quasi in contemporanea, anche l’Anica promuoveva uno studio in materia, curato da Federica D’Urso e Bruno Zambardino per l’Ufficio Studi (diretto da Francesca Medolago Albani), i cui risultati sono stati messi a disposizione della comunità dell’audiovisivo sul sito web dell’associazione confindustriale.
Da ricordare anche che, da dieci anni, l’Ischia Film Festival, diretto da Michelangelo Messina e Enny Mazzella, dedica con passione attenzione convegnistica al “cineturismo”, anche attraverso un Centro Studi mirato. L’edizione del decennale dell’Iff, concorso cinematografico internazionale dedicato alla location, si terrà dal 30 giugno al 7 luglio 2012: al festival, possono partecipare tutte le opere (lungometraggi, documentari e cortometraggi) che abbiano valorizzato il territorio attraverso la scelta delle “location”.
La “deadline” per inviare le opere è fissata al 30 aprile 2012.
La “start-up” del progetto di Osservatorio IsICult è stata resa possibile anche grazie ad un finanziamento ottenuto con il bando pubblico “Carl 2010” (Centro Audiovisivi della Regione Lazio). La Regione Lazio, anche a seguito dell’avvicendamento Marrazzo / Polverini alla presidenza, non ha tuttavia ritenuto di sostenere il prosieguo dell’iniziativa. L’Istituto ha comunque deciso di portare avanti il progetto in modo totalmente autonomo ed autofinanziato.
L’obiettivo del primo anno di ricerca è stato essenzialmente quello di “fotografare” la situazione italiana, ovvero proporre una “mappatura” completa delle strutture di supporto alla produzione esistenti sul territorio peninsulare.
 
OsservatorioFCUna prima esplorazione
Il lavoro si è in verità dimostrato molto più complesso del previsto: basti pensare che lo stesso coordinamento italiano, l’Italian Film Commissions (Ifc), presieduto fino al gennaio 2012 da Maurizio Gemma (Regione Campania Film Commission) e attualmente guidato da Silvio Maselli, che vanta tra i propri associati circa 20 tra le più grandi Film Commission presenti nello Stivale, si limita ad elencare sul sito web soltanto i propri “soci”, senza proporre
approfondimenti di sorta…
La fotografia scattata da IsICult alla fine del 2010 ha evidenziato innanzitutto una grande varietà e frammentarietà:
varietà di esperienze, frammentarietà di risorse. Latente ed onnipresente, quindi, il rischio di dispersione di energie. Prima di tutto, l’assenza di una “cabina di regia” (inevitabilmente nazionale), che consenta di ricondurre “ad unità” (anche soltanto informativa) l’operato delle diverse strutture ed in qualche modo stimolare un’azione sinergica, anche ai fini di una più adeguata promozione (coordinata) in ambito internazionale. Basti segnalare come il dicastero
competente (il Mibac) ignori il fenomeno Film Commission…
Ed altresì dicasi per il rinato Ministero che dovrebbe promuovere il turismo, affidato a Piero Gnudi nel Governo Monti (Gnudi, ex Presidente dell’Enel, è attualmente Ministro per il Turismo, per lo Sport e per gli Affari Regionali).
L’Italia è certamente Paese leader, a livello planetario, quanto a bellezze naturalistiche, paesaggistiche e condizioni climatiche, cose che ne fa uno “sfondo” ideale per film, produzioni seriali, videoclip, spot pubblicitari… Sono state schedate oltre 1.700 “locations”, finora utilizzate, ma le potenzialità del nostro Paese sono veramente infinite (ben oltre la definizione pur efficace di “museo a cielo aperto”).
Una più adeguata azione sinergica contribuirebbe certamente ad incardinare meglio nel “sistema” nazionale dell’industria audiovisiva (cinema, fiction, documentaristica, videoclip, videogames…) un fenomeno che si è comunque sviluppato in maniera - per così dire - “scoordinata” e spesso “spontanea”.
In questo modo, si riuscirebbe a generare un “indotto” per il territorio significativamente superiore rispetto a quello finora raggiunto. Le stime sui “moltiplicatori” economici oscillano tra realistici valori di 2-3 fino ad iperbolici valori di 20-30 (ovvero quanto “produce” 1 euro investito nella produzione di audiovisivo nell’economia del territorio).
Il panorama italiano, come peraltro spesso accade, si è dimostrato connotato da forti “campanilismi”. Interviste effettuate con direttori ed operatori delle Film Commission hanno consentito di comprendere come talvolta strutture operanti all’interno della stessa Regione non interagiscano tra loro, arrivando, anzi, in taluni casi, addirittura a vivere un rapporto di competizione ed antagonismo. Dall’altra parte, esistono invece esempi di “best practice”, come nel caso della
Regione Lombardia, laddove una sorta di “network” unisce la Film Commission regionale ad alcune piccole strutture presenti sul territorio.
 
43 Film Commission attive
La realtà italiana: ben 43 le Film Commssion attive ad inizio 2011 (erano 54 dal 1997) e sono risultate fortemente disomogenee tra loro, sia per statuto sia per dimensioni e conseguenti budget.
Le numerose strutture presenti sono, infatti, talvolta promosse o partecipate dalla Regione, piuttosto che dalla Provincia o dal Comune; in altri casi, si tratta di soggetti privati del mondo cinematografico che hanno maturato esperienza oltreoceano; in altri casi, ancora, parliamo di uffici dell’Apt e comunque di iniziative promosse nell’ambito della promozione turistica…
Per quanto riguarda la dimensione, intesa sia in termini di organico sia di disponibilità budgetaria complessiva, si passa da realtà estremamente locali (e… “artigianali”), supportate soltanto dall’entusiasmo dei propri promotori, che dispongono di risorse appena sufficienti a coprire le spese di gestione (e nemmeno sempre, visto che ci sono casi di Film Commission che non hanno budget… “tout-court”!), a realtà regionali, altamente professionalizzate, ben organizzate ed incardinate sul territorio, che dispongono di risorse adeguate (nell’ordine di qualche milione di euro l’anno) a sviluppare strutture di buon livello, come è il caso dell’Apulia Film Commission o della Torino-Piemonte Film Commission o di quella della Regione Toscana.
Va precisato, infatti, che oltre ad un budget necessario per le spese di gestione e del personale, alcune strutture (per lo più quelle di carattere regionale) dispongono di un fondo, il “Film Fund”, ovvero di risorse economiche da allocare nella realizzazione di opere audiovisive o cinematografiche (selezionate in graduatorie risultanti da bandi pubblici) realizzate sul territorio. Attualmente, il budget complessivo delle Film Commission italiane, inclusi i fondi, viene stimato
nell’ordine di 35 milioni di euro.
Alcuni altri dati emersi dalla ricerca: dal 1997 al 2011, sono state costituite in Italia ben… 54 Film Commission (alcune sono però “morte” o comunque rimaste inattive, “in sonno”); le Film Commission attive nel 2011 erano 43, di cui 18 associate al Coordinamento italiano delle Film Commissions - Ifc e 9 al “network” europeo Eufcn - European Film Commission Network; attualmente, ad inizio 2012 le associate all’Ifc risultano essere 19, le associate all’Eufcn 10; ad inizio 2011, le Film Commission che disponevano di un “fondo” (o che lo avrebbero attivato a partire dall’anno successivo) erano 16.
Per quanto attiene le 43 Film Commission esistenti, si può osservare che 15 sono state promosse da Regioni, 10 da Province, 15 da Comuni, 11 sono frutto di iniziative private (si segnala che il totale è superiore alla somma, perché esistono numerosi casi di co-promozione). 
 
News del 2011
L’ultimo anno è stato innanzitutto caratterizzato dalla nascita di 3 nuove strutture e dalla sostanziale ripresa delle attività di una struttura storica: 
- è stata costituita la Film Commission della Regione Autonoma della Valle d’Aosta, presentata ufficialmente a settembre in occasione della Mostra del Cinema di Venezia. Presidente della Fondazione è Luciano Barisone, direttore della struttura Carlo Chatrian. La Giunta Regionale ha approvato, per l’anno 2011, un budget di spesa pari a 300.000 euro, e uno stanziamento per il Film Fund pari a 100.000 euro; 
- costituita nell’estate 2010, e presieduta da Giampaolo Pedrotti, la Film Commission promossa dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla Trentino Marketing Spa, denominata Trentino Film Commission, ha dato effettivo avvio alle proprie attività soltanto nel corso del 2011. Anche questa Film Commission si è dotata di un fondo di sostegno alle produzioni che girano sul territorio, il cui ammontare per l’anno 2011 è stato di 800 mila euro, innalzato a 1,2 milioni
di euro per il 2012;
- nel corso del 2011, è stato costituito un Film Fund per la Film Commission della Bls - Business Location Sud-Tirol / Alto Adige, nata nel 2010 come reparto audiovisivo di una “Investment Promotion Agency”, qual è appunto la Bls. Il settore audiovisivo della Bls è guidato da Christiana Wertz. 
La Bls ha allocato uno stanziamento di 5 milioni di euro per il Film Fund, sia per l’anno 2011 sia per l’esercizio 2012;
- dopo un 2010 di pressoché totale stallo, iniziato l’anno precedente e conseguente al disastroso terremoto che ha investito la Regione, il 2011 ha rappresentato un anno di riavvio delle attività per la Film Commission abruzzese, fondata oltre un decennio fa, nel 2001.
 
Latest news
Il nuovo anno si è aperto con una serie di novità: prevale, su tutte, il cambio dei vertici del coordinamento italiano delle Film Commission, Ifc. È stato nominato come Presidente Silvio Maselli, Direttore dell’Apulia Film Commission, e come Vice-Presidenti Anna Olivucci, Responsabile Marche Film Commission, e Davide Bracco, Direttore della Torino-Piemonte Film Commission. Questo cambio di “vertice” ed il nuovo team guidato da un
professionista giovane e appassionato come Maselli fanno ben sperare in un ruolo più dinamico e pro-attivo di una struttura che ha certamente in sé molte potenzialità, finora però in buona parte inespresse.
Si segnala inoltre la notizia della richiesta manifestata a gran voce dalla prima Commissione consiliare del Consiglio Regionale lucano di costituire una Film Commission regionale per la Basilicata, regione che ha finora vissuto una situazione assai “confusa” in questo settore. Ha certamente contribuito a questa sensibilizzazione politica anche il notevole successo del film di Rocco Papaleo “Basilicata coast to coast”, che è divenuto una vera “success history”, ovvero un simbolo dell’efficacia e delle potenzialità di un’opera cinematografica come strumento di “rebranding” dell’immagine di una Regione “svantaggiata” (anche in termini turistici).
Alla prossima...

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