fromromeDa Roma con amore, quante cartoline saranno state segnate da questo messaggio? Almeno tante quante quelle dei turisti che, visitando la città eterna, ne portano con sé un’immagine oleografica, spesso ricca di luoghi comuni, come quella che viene fuori dall’ultimo film di Woody Allen, From Rome with love, per l’appunto.
Il film è la somma di più episodi che sembrano passare in rassegna tutti gli stereotipi che da sempre caratterizzano l’Italia e quindi: Roma al tramonto, gli amori che nascono tra le rovine e la Fontana di Trevi, “Nel blu dipinto di blu”, le passeggiate a Trastevere, l’omaggio a Fellini… Il tutto senza che ci sia alcun personaggio né attore romano; gli interpreti, infatti, sono quasi tutti americani o comunque stranieri, gli unici italiani sono Roberto Benigni che è toscano, Fabio Armiliato, il tenore che è capace di cantare solo sotto la doccia, che è nato a Genova e i due ingenui sposini che vengono da Pordenone. Di romani, quindi, neanche l’ombra, seppure li si dipinga sempre come amanti del dolce far niente e mangiatori di spaghetti, come già era avvenuto in un altro film recente girato a Roma, Mangia, Prega, Ama di Ryan Murphy.
Ma stavolta Allen ha fatto di più, agli intrecci amorosi ricchi di giochi di seduzioni e citazioni intellettuali, sono stati aggiunti nuovi elementi: prorompenti escort in vestitino rosso e tacchi a spillo, recapitate direttamente in hotel come “dono” e le sfacciate troupe giornalistiche che invadono la vita di Roberto Benigni, filmando minuto per minuto ogni sua attività fra le mura domestiche dalla rasatura alla colazione, passando per le preferenze degli slip.
In particolare, queste new entries, nell’immaginario di come sono visti gli italiani dagli stranieri, dovrebbero far riflettere.
Agli spaghetti e mandolino sulle note di “Nel blu dipinto di blu”, ora subentrano escort d’alto borgo e giornalisti senza scrupoli: è chiaro che sull’onda degli scandali e dei nuovi “stili di vita” che hanno caratterizzato la classe dirigente italiana nell’ultimo ventennio, i luoghi comuni sul Belpaese si sono modificati, la situazione sta peggiorando e noi italiani stiamo finendo nel ridicolo. Rimane, allora, lo sconforto di quegli italiani che quotidianamente misurano la distanza tra lo stereotipo del film, positivamente accettato dagli stranieri, e il proprio modo di essere un-italian, diversi e comunque nuovi rispetto a come ci vogliono fare apparire. 
 
di Linda Dabbicco

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