BrayBadgeROMA - 17 GIUGNO 2013 - "Avevo promesso che non ci sarebbero stati tagli alla cultura. Con il decreto di ieri sera (il decreto 'del fare' approvato dal consiglio dei ministri sabato sera, ndr) il governo é andato oltre con provvedimenti concreti a sostegno della cultura italiana". Lo dice il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Massimo Bray, che commenta soddisfatto l'ok arrivato in Consiglio dei ministri a tre misure per il settore, con il rinnovo delle agevolazioni fiscali a favore del cinema, ma anche il reintegro di organi indispensabili del Consiglio Superiore dei Beni culturali e norme che danno la possibilità al ministro di gestire i fondi interni al Mibac per garantire la copertura delle emergenze.

Il tax credit per il cinema, spiega in particolare Bray, "é stato esteso fino al 2014-2015 con l'impegno di trovare risorse anche per gli anni successivi". Poi, prosegue il ministro, "grazie alla semplificazione avremo una maggiore capacità di gestione dei fondi del ministero che ci permetterà finalmente di gestire al meglio anche le emergenze. E con il salvataggio dei comitati tecnici e altri organi collegiali ci sarà un Consiglio Superiore dei Beni culturali in grado di sbloccare molti dei provvedimenti sospesi. Dobbiamo essere consapevoli - conclude Bray - che la cultura e il turismo sono leve fondamentali per far ripartire l'economia".

Soddisfazione condivisa dal mondo del cinema e dello spettacolo. Anche se i problemi non sono risolti e Anica, Anec e Agis ricordano la necessità, per il tax credit, di arrivare ad una stabilizzazione. Atteso da mesi, il rinnovo delle agevolazioni fiscali per il cinema è stato esteso, sottolinea Bray, "fino al 2014-2015, con l'impegno a trovare risorse per gli anni successivi". Nel testo approvato dal Cdm la dotazione è di 80 milioni di euro per il 2014 e di 40 (almeno per il momento) per il 2015. "Un provvedimento atteso e che ora andrebbe stabilizzato", nota il presidente Anica, Riccardo Tozzi, soprattutto per attrarre in maniera più convincente gli investitori stranieri ("All'estero c'é interesse, ma bisogna dare garanzie di stabilità). Alberto Francesconi (Agis) definisce il rinnovo "un atto di responsabilità del governo". E incalza: "Anche lo spettacolo dal vivo ha bisogno di risorse". Il presidente Anec (esercenti) Lionello Cerri applaude (é "un passo importante").

All'appello mancano quest'anno anche circa 20 milioni di euro del Fondo Unico per lo Spettacolo ("Fondi che si stanno cercando e che si conta almeno in parte di trovare", assicurano dal Mibac) senza contare i 70 milioni di arretrati di contributi sugli incassi che gli imprenditori del cinema aspettano dallo Stato.

BrayBiciclettaMa non c'é solo il cinema: nel Dl del fare ci sono norme - anche queste molto attese - che consentono il reintegro e la piena funzionalità del Consiglio superiore dei Beni culturali, il cosiddetto 'Parlamentino' del ministero, che riavrà i comitati tecnici e altri organi collegiali (a costo zero perché non sono previsti emolumenti, se non rimborsi per eventuali missioni) e potrà così, assicura Bray, "sbloccare molti provvedimenti sospesi". E ancora, con un intervento che accoglie anni di proteste di ambientalisti e intellettuali, viene eliminato nel Codice dei Beni culturali il 'silenzio assenso' per le autorizzazioni paesaggistiche: si torna al vecchio regime, con il soprintendente che avrà 45 giorni per dare il suo parere obbligatorio. Particolarmente importanti, perché consentono il recupero di notevoli risorse, sono infine una serie di norme per la razionalizzazione dei fondi del Mibac e che consentiranno al ministro di gestire i fondi non spesi dei diversi comparti, evitando che vadano persi o restituiti al Tesoro. Novità anche sulla gestione delle licenze per le riproduzioni dei beni di musei e monumenti: la responsabilità viene accentrata sul ministro, che pensa a regole e linee guida valide per tutti.(ANSA)


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